La Corea del Nord intende continuare a ignorare le offerte di dialogo degli Stati Uniti e qualunque loro tentativo di contatto, sino a quando Washington avrà revocato le sue politiche ostili nei confronti di Pyongyang. Lo ha dichiarato il primo viceministro degli Esteri nordcoreano, Choe Son-hui, confermando tramite un comunicato che l’amministrazione del presidente Usa, Joe Biden, ha effettivamente tentato di contattare il Nord nelle scorse settimane, avvalendosi di un “paese terzo”. “Abbiamo già messo in chiaro che nessun contatto o colloquio tra Corea del Nord e Stati Uniti potrà svolgersi, a meno che gli Stati Uniti ritirino le loro politiche ostili nei nostri confronti, e che sino ad allora continueremo a ignorare ogni loro tentativo di mettersi in contatto con noi”, ha dichiarato Choe, le cui dichiarazioni sono state rilanciate dall’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana, “Korean Central News Agency”.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dichiarato oggi, 18 marzo, che è “nel chiaro interesse della Cina” giocare un ruolo “centrale” negli sforzi tesi a persuadere la Corea del Nord ad abbandonare il suo programma di armamenti nucleari, anche dando piena attuazione alle sanzioni imposte a Pyongyang dalla comunità internazionale. Il segretario ha tenuto una conferenza stampa a Seul oggi, a margine della ministeriale nel formato “2+2” cui ha preso parte assieme al segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, e ai loro omologhi sudcoreani. I programmi nucleare e balistico della Corea del Nord sono “una fonte id instabilità e di pericolo, una ovvia minaccia per noi e per i nostri partner, ma la Cina ha a sua volta un interesse reale ad aiutarci a gestire questa situazione”, ha dichiarato il segretario, che ha evidenziato il rapporto “unico” tra la Cina e la Corea del Nord, e la “tremenda influenza” esercitata da Pechino su Pyongyang. “Mi auguro che qualsiasi cosa accada d’ora in poi, la Cina faccia un uso efficace di tale influenza”. Blinken non ha voluto commentare gli ultimi segnali di chiusura al dialogo da parte della Corea del Nord, ma ha evidenziato invece l’importanza dei diritti umani per l’amministrazione del presidente Joe Biden, anche nelle interazioni con Pyongyang. “Siamo determinati a denuclearizzare la Corea del Nord, ridurre la più ampia minaccia posta dalla Corea del Nord per gli Stati Uniti e i nostri alleati, e migliorare le condizioni di vita di tutti i coreani, inclusi i cittadini della Corea del Nord, che continuano a soffrire abusi vasti e sistemici per mano di un governo repressivo” ha detto il segretario.
La sorella del leader della Corea del Nord Kim Jong-un, Kim Yo-jong, ha rivolto un avvertimento all’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, tramite una nota ufficiale nella sua veste di primo vicedirettore del dipartimento del Fronte Unito del Partito del lavoro nordcoreano. “Un consiglio alla nuova amministrazione degli Stati Uniti, intenta a diffondere l’odore di polvere da sparo sulla nostra terra da oltreoceano”, recita la nota, rilanciata dai media di Stato nordcoreani. “Se vuole continuare a dormire pacifico per i prossimi quattro anni, (il presidente Usa) farà bene a evitare di piantar grane sin dai primi passi”. La nota di Kim Yo-jong segue la conferma da parte della portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, che l’amministrazione Biden ha tentato contatti con la Corea del Nord sin dal mese scorso. “La diplomazia è sempre il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo è ridurre il rischio di escalation, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta”, ha detto Psaki ieri, 15 marzo.
L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden tenta di aprire un canale di dialogo con la Corea del Nord sin dal metà febbraio, ma sinora non ha ricevuto alcuna risposta da Pyongyang, Lo ha dichiarato domenica 14 marzo, una fonte governativa anonima citata dalla stampa Usa. “Ad oggi non abbiamo ricvuto alcuna risposta da Pyongyang. Da oltre un anno non c’è dialogo attivo con la Corea del Nord, nonostante molteplici tentativi degli Stati Uniti di allacciare un contatto”, ha affermato la fonte. L’amministrazione Biden resta ufficialmente impegnata in una “approfondita” revisione della politica Usa nei confronti di Pyongyang. Tale revisione include “tutte le opzioni a disposizione per far fronte alla crescente minaccia posta dalla Corea del Nord”, ha spiegato la fonte, secondo cui l’amministrazione in carica ha “ascolto attentamente le idee” degli alleati degli Stati Uniti nella regione – in particolare Corea del Sud e Giappone – anche tramite un confronto trilaterale.
Gli Stati Uniti sono impegnati a rivedere la loro politica nei confronti della Corea del Nord, e intendono fare uso degli strumenti più efficaci per rilanciare il processo di denuclearizzazione della Penisola Coreana. Intervistato dall’emittente “Nbc” il mese scorso, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha dichiarato che l’amministrazione del presidente Joe Biden si riserva di imporre nuove sanzioni a Pyongyang in coordinamento con gli alleati degli Stati Uniti, ma è anche pronta a concedere non meglio precisati “incentivi diplomatici” per spingere il Nord a compiere progressi verso la denuclearizzazione. Alla domanda se sia tempo di prendere atto della situazione sul campo, e riconoscere alla Corea del Nord lo status di potenza nucleare, Blinekn ha dichiarato che “quello che ci troviamo a gestire è un problema molto grave, che è peggiorato nel tempo. E sono il primo a riconoscere che il problema è peggiorato attraverso più amministrazioni”. Blinken ha spiegato che “la prima cosa che il presidente ci ha chiesto di fare è di rivedere la politica, per assicurarci di utilizzare gli strumenti più efficaci per far avanzare la denuclearizzazione”. Il segretario ha evitato di smentire o confermare la possibilità di un futuro incontro tra Biden e il leader nordcoreano Kim Jong-un. Blinken ha anche riferito che la sua prima visita estera sarà “probabilmente in Europa o in Asia, dai nostri alleati e partner più stretti”.
Blinken ha ribadito lo scorso 22 febbraio che la denuclearizzazione resta il principale obiettivo e focus della politica estera statunitense nella Penisola Coreana, ed ha reiterato l’intenzione di Washington di cooperare il più possibile con gli alleati e partner nella regione. Blinken ha menzionato la Corea del Nord nel corso di un intervento alla Conferenza sul disarmo sponsorizzata dalle Nazioni Unite. Nel corso del suo intervento, il segretario di Stato ha anche messo in guardia dai test balistici della Russia, ed ha ribadito la sollecitazione all’Iran ad attenersi alle linee dell’accordo sul nucleare del 2015. “Gli Stati Uniti restano determinati a garantire che l’Iran non si doti mai di un’arma nucleare. La diplomazia è il mezzo migliore per conseguire tale obiettivo”, ha dichiarato Blinken.
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