I resti del pallone aerostatico abbattuto nel fine settimana dalla Cina “non appartengono agli Stati Uniti” e vanno dunque riconsegnati a Pechino. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, nel corso di una conferenza stampa.
“Il governo cinese continuerà con risolutezza a difendere i propri legittimi diritti e interessi”, ha affermato Mao in risposta alle dichiarazioni del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, secondo cui Washington non ha alcuna intenzione di restituire a Pechino i resti del presunto “pallone-spia”.
Mao ha anche ribadito la posizione ufficiale della Cina, secondo cui il pallone aerostatico aveva solo “usi civili” ed era entrato nello spazio aereo statunitense “per errore”, “senza porre alcuna minaccia alla sicurezza nazionale” degli Stati Uniti. “Gli Usa avrebbero dovuto gestire l’incidente in maniera calma, professionale e pacifica, ma hanno insistito sull’uso della forza”, ha osservato la portavoce cinese. L’episodio ha indotto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a rinviare una visita ufficiale in Cina che avrebbe dovuto iniziare il 5 febbraio scorso. Gli Stati Uniti nel frattempo hanno fatto sapere di aver recuperato buona parte dei resti del “pallone-spia” dalla superficie dell’oceano, aggiungendo che sono ancora in corso le operazioni di recupero dei detriti finiti sott’acqua.
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