L’ambasciata e i consolati cinesi in Giappone hanno recentemente ricevuto “una raffica di chiamate moleste da numeri interni al Giappone, che hanno seriamente disturbato il normale funzionamento” delle sedi diplomatiche. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning nella conferenza stampa odierna, dopo le indiscrezioni della stampa giapponese sulle telefonate fastidiose ricevute dall’ambasciata giapponese a Pechino a causa della questione delle acque di Fukushima. “La Cina si impegna a proteggere la sicurezza, i diritti e gli interessi legittimi delle missioni diplomatiche e consolari straniere e dei cittadini stranieri in Cina in conformità con la legge”, ha assicurato la portavoce, esortando il Giappone a “garantire la sicurezza dell’ambasciata e dei consolati cinesi e di istituzioni, aziende e cittadini cinesi, compresi i turisti, in Giappone”.
Secondo l’agenzia di stampa giapponese “Kyodo”, che ha citato fonti governative, l’ambasciata del Giappone a Pechino ha ricevuto oltre 400 mila telefonate moleste dalla fine di agosto, quando Tokyo ha dato il via all’operazione di scarico nell’Oceano Pacifico delle acque decontaminate di Fukushima, fortemente contestata dalla Cina. Stando a quanto riferito, il picco delle telefonate sgradevoli è stato raggiunto proprio il 25 agosto, quando hanno avuto inizio le attività di scarico: l’ambasciata giapponese a Pechino ne ha registrate più di 40 mila, ma continua a riceverne tuttora circa diecimila al giorno. Nelle scorse settimane Tokyo ha chiesto più volte al governo cinese di assumere provvedimenti contro le telefonate, che sono state effettuate non solo contro l’ambasciata e le sedi di entità giapponesi in Cina, ma anche contro agenzie governative e attività private in Giappone.
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