La Lituania è fortemente interessata ad incrementare la cooperazione economica bilaterale con l’Italia, su temi che spaziano dalle biotecnologie alla manifattura. Lo ha affermato la ministra per l’Economia e l’innovazione lituana, Ausrine Armonaite, in un’intervista ad “Agenzia Nova”. “L’Italia è l’undicesimo partner commerciale della Lituania, con un interscambio annuale di 2,8 miliardi di euro, e ovviamente è una cifra che offre ampio spazio per la crescita”, ha rilevato Armonaite. Investitori e imprese tedesche “sono molto presenti in Lituania, dal momento che la Germania è il nostro principale partner”, così come le realtà francesi, “ma non è lo stesso per l’Italia”, che però “è una delle principali economie europee”, ha osservato la ministra. “A causa della guerra devastante dovuta dall’aggressione russa contro l’Ucraina, credo sia ora che i Paesi europei mostrino coesione non solo dal punto di vista geopolitico ma anche da quello economico”, ha aggiunto. Armonaite ha passato in rassegna gli impegni in agenda durante la sua visita in Italia, a partire dall’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Ci siamo soffermati principalmente su tre aree: la prima è ovviamente la cooperazione economica bilaterale, su cui c’è una vasta possibilità di migliorare”, ha detto la ministra lituana. Secondo tema di confronto è stata la guerra in Ucraina e “i progetti che contribuiranno alla ricostruzione” del Paese.
“Siamo impressionati dai piani italiani di aprire i porti e nuovi canali per le merci in arrivo dall’Ucraina verso l’Europa. Anche la Lituania sta partecipando a progetti di ricostruzione infrastrutturale, finanziando scuole, asili ma anche il sistema energetico nella regione di Kiev”, ha spiegato la ministra, ribadendo come tali azioni siano “importanti ora, perché ci sono persone in Europa, anche miei colleghi, che ritengono che il progetto di ricostruzione debba iniziare dopo il cessate il fuoco”. “Questo non è vero”, ha proseguito Armonaite, secondo cui “l’Ucraina non ha bisogno solo di aiuto militare ma anche di iniziative per la ricostruzione, permettendo alle imprese ucraine di mantenere legami con i partner europei”. “Anche le infrastrutture umanitarie sono di primaria importanza”, ha rilevato ancora la ministra. La terza questione affrontata durante l’incontro con Urso ha riguardato l’innovazione, in particolare la cooperazione sulle biotecnologie e l’industria dei semiconduttori, oltre a temi dell’agenda europea, in un confronto che è stato “molto fruttuoso”.
Per quanto riguarda invece la visita in Lombardia, la ministra ha spiegato come sia stata dedicata alle biotecnologie, con l’associazione lituana di settore che ha siglato un accordo con il Cluster lombardo scienze della vita. Alla missione hanno partecipato 20 aziende lituane, arrivate nella regione italiana “per incontrare i loro partner e tenere incontri b2b”. “Credo che questo possa rappresentare un buon avvio della cooperazione nel settore del biotech, perché ovviamente la Lombardia è uno dei fulcri europei” del comparto, “ma non molti sanno che le biotecnologie stanno avendo una crescita rapidissima”, pari al 22 per cento nel 2022 e dell’87 per cento durante la pandemia di Covid. “Questo è dovuto sia alle compagnie internazionali presenti attualmente in Lituania ma anche grazie alle società lituane che hanno aperto impianti a Boston e in altri punti del globo”, ha rilevato Armonaite. “Crediamo che l’Italia sia il posto dove operare per le imprese italiane, e viceversa”, ha ribadito la ministra.
La conversazione si è poi spostata sulle tensioni politiche e commerciali dell’ultimo anno tra Vilnius e Pechino. “La Lituania non ha mai scelto di ‘scontrarsi’ con la Cina o iniziare una guerra commerciale”, ha osservato Armonaite, secondo cui misure coercitive sono invece state applicate dalla parte cinese. “Ciò ha colpito non solo la Lituania, che è un mercato relativamente piccolo, ma tutto il mercato unico europeo, che come sappiamo è ben integrato”, ha detto la ministra. “Abbiamo esposto il nostro caso all’Organizzazione mondiale del commercio, con il sostegno di Paesi quali il Giappone, Australia, Stati Uniti e Regno Unito, e riteniamo che le misure cinesi siano state una violazione del commercio internazionale”, ha osservato. “Oggi è stata la Lituania, domani potrebbe essere qualsiasi altra nazione nel mondo, e perciò crediamo che tale questione debba essere risolta, cosa che mi auguro avvenga”, ha aggiunto Armonaite.
La Lituania confina con la Russia e da secoli ha imparato a conoscerne l’approccio e la cultura, motivo per cui, in termini di sicurezza energetica, “abbiamo imparato come talvolta non sia saggio affidarsi ad un unico fornitore”. “Per questo motivo abbiamo iniziato a sviluppare la nostra indipendenza energetica molto prima della guerra in Ucraina”, lanciando già nel 2014 il progetto per il terminale Gnl di Klaipeda, “che permette di ottenere gas naturale da tutto il mondo, da Usa, Norvegia, Paesi del Golfo e altrove”. “Non abbiamo dunque bisogno di comprare gas dalla Russia, una scelta leggermente più costosa”, ma quando si tratta di fare affari con Mosca, “non è solo una dinamica economica ma uno strumento geopolitico che a volte, anzi molto spesso, diventa un modo di ricattare e influenzare”. “Attraverso le condotte non scorre solo il gas ma anche corruzione e tutti gli altri elementi negativi per i quali la Russia è famosa”, ha rilevato Armonaite.
“Questo è il problema, e abbiamo voluto risolverlo il prima possibile”, ha spiegato ancora la ministra. La Lituania inoltre ha smesso di acquistare elettricità dalla Russia, con la Svezia che è divenuta il partner principale, grazie a una rete di interconnessione attraverso il Mar Baltico. “Al momento siamo una nazione importatrice, ma stiamo investendo molto per sviluppare la nostra capacità di produzione di elettricità: l’attuale governo ha stanziato 1,5 miliardi di euro per le rinnovabili, una cifra significativa per una popolazione di 3 milioni di abitanti”, ha osservato Armonaite. “Costruiremo il primo impianto eolico offshore nel Baltico e crediamo davvero che dobbiamo basarci in prima battuta sulle rinnovabili”, ha aggiunto. In merito all’energia nucleare, “siamo piuttosto aperti a tale tecnologia, perché è ormai molto più innovativa di un tempo”. In Lituania “abbiamo avuto impianti nucleari, ora in fase di decommissionamento, ma resta il know-how tecnico e al momento stiamo valutando le opportunità”, ha concluso la ministra.
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