La contestata riforma della giustizia in Israele sta provocando delle tensioni all’interno del primo partito della maggioranza, il Likud del premier Benjamin Netanyahu, mentre sabato circa mezzo milione di manifestanti sono scesi in strada per invitare l’esecutivo a fermarsi. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha chiesto al governo di sospendere l’esame della legge sulla revisione giudiziaria per consentire un dibattito, pochi giorni dopo che Netanyahu ha annunciato che questa settimana sarà approvata una parte fondamentale della proposta di riforma.
La presa di distanza dall’approvazione di soli quattro deputati della maggioranza impedirebbe al governo di approvare la legge di riforma. “Il processo legislativo deve essere interrotto” per diverse settimane, ha detto Gallant. La posizione di Gallant ha ricevuto il sostegno pubblico di altri tre deputati del Likud, attirandosi le critiche di altri membri del partito. Da parte sua, il leader del partito della coalizione di governo Otzma Yehudit, Itamar Ben Gvir, ha chiesto che Gallant venga rimosso dall’incarico. “La sicurezza dello Stato di Israele è la missione della mia vita”, ha detto Gallant, un generale in pensione che ha ricoperto anche l’incarico di Stato maggiore dell’esercito. “Vestito con l’uniforme delle Forze di difesa, ho rischiato la vita decine di volte per lo Stato di Israele, e in questo momento, per il bene del nostro Paese, sono disposto a correre qualsiasi rischio e pagare qualsiasi prezzo”, ha affermato.
Il ministro della Difesa ha sottolineato che Israele sta affrontando “grandi minacce, sia vicine che lontane”, citando il programma nucleare iraniano, gli attacchi palestinesi e le recenti tensioni con il gruppo terroristico libanese Hezbollah. “Più che mai, affrontiamo sfide di sicurezza senza precedenti”, ha affermato. A causa dei piani di riforma del governo, migliaia di riservisti non si sono presentati nel corso delle settimane alle attività di routine. “Sento le loro voci e sono preoccupato. Gli eventi in corso e le questioni nella società israeliana non tralasciano le forze di difesa israeliane. Sentimenti senza precedenti di rabbia, dolore e delusione sono aumentati da ogni parte”, ha detto. “Vedo la fonte della nostra forza erodersi”, ha avvertito Gallant.
“La crescente spaccatura nella nostra società sta penetrando nell’Idf e nelle agenzie di sicurezza. Ciò rappresenta una minaccia chiara, immediata e tangibile alla sicurezza dello Stato. Non tenderò la mia mano a questo”. Posizioni simili a quelle di Gallant sono state espresse da altri due esponenti del Likud: Yuli Edelstein e David Bitan. Inoltre, secondo i media, anche Avi Dichter, il ministro dell’Agricoltura, ha espresso la propria perplessità sulla riforma. L’eventuale astensione o voto contrario da parte di questi quattro membri del Likud farebbe perdere la maggioranza in parlamento al governo.
Per il dodicesimo sabato consecutivo in Israele circa 630 mila manifestanti, secondo gli organizzatori, sono scesi in piazza in 150 diverse località per protestare contro la riforma della giustizia voluta dal governo di Benjamin Netanyahu. Da nord a sud del Paese e a Tel Aviv migliaia di manifestanti sono confluiti nelle strade per invitare il governo a fare marcia indietro sulla riforma della giustizia che limiterà il potere dei giudici a favore della maggioranza dell’esecutivo. Complessivamente sono state fermate 44 persone per aver bloccato le arterie principali nella capitale, ad Haifa e a Gerusalemme. Le manifestazioni di sabato sera precedono una “settimana di paralisi” a livello nazionale da parte dei manifestanti che inizia oggi. I leader della protesta hanno annunciato piani per manifestazioni mirate contro ministri e parlamentari domenica e lunedì, e hanno promesso manifestazioni di massa in “giorni di paralisi” mercoledì e giovedì, inclusa una “gigantesca protesta” alla Knesset, il parlamento, a Gerusalemme mercoledì.
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