Dopo settimane di proteste e opposizione pubblica di massa che hanno spaccato il Paese, la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato in via definitiva il decreto legge sul principio di ragionevolezza, ovvero una legge che impedisce ai tribunali di rivedere la ragionevolezza delle decisioni governative e ministeriali. Si tratta del primo grande disegno di legge approvato nel contesto della revisione giudiziaria proposta dal governo di estrema destra. Il disegno di legge è passato con 64 voti a favore e nessun contrario. I parlamentari dell’opposizione hanno boicottato il voto finale sul disegno di legge in segno di protesta. All’interno della Knesset, molteplici tentativi dell’ultimo minuto di emendare il disegno di legge o di giungere a un compromesso più ampio con l’opposizione sono falliti e due schemi di compromesso sono stati respinti. Intanto, mentre la tensione era alta dentro all’aula, fuori dalla Knesset, a Gerusalemme, 19 manifestanti sono stati arrestati dagli agenti della polizia che ha sparato l’acqua con i cannoni per disperdere la folla.
Secondo i media locali, sarebbero falliti i colloqui tra opposizione e maggioranza per trovare un accordo e in aula il ministro della Giustizia, Yariv Levin, e il titolare del dicastero della Difesa, Yoav Gallant, responsabile lo scorso marzo del rinvio dell’esame della riforma giudiziaria, si sarebbero scambiati battute cariche di ira. Intanto, il primo ministro Benjamin Netanyahu, reduce dall’intervento per impiantargli un pacemaker, stava effettuando telefonate per raggiungere un’intesa dell’ultimo momento. Una foto diffusa dai media mostra efficacemente la situazione prima del voto finale: da un lato Gallant e dall’altro Levin discutevano animatamente, mentre al centro Netanyahu era al telefono, probabilmente per trovare un’intesa tra i due e rimandare l’approvazione del decreto legge. Il decreto legge in esame dentro l’aula rappresentava sia un banco di prova per la maggioranza, sia un momento cruciale nella storia democratica del Paese.
A Tel Aviv manifestanti contro la riforma giudiziaria
“Israele non è l’Iran”, “O la democrazia o la rivoluzione”, “Non abbiamo paura”: sono questi alcuni degli slogan intonati dai manifestanti fuori dalla stazione ferroviaria HaShalom, a Tel Aviv, dopo che oggi la Knesset, il parlamento di Israele, ha approvato in via definitiva il decreto legge sul principio di ragionevolezza, ovvero una legge che impedisce ai tribunali di rivedere la ragionevolezza delle decisioni governative e ministeriali. Manifestazioni e blocchi stradali sono in corso in diverse altre città del Paese. Questa sera è atteso un discorso alla nazione del primo ministro, Benjamin Netanyahu.
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