Il governo federale dell’Iraq e quello della regione autonoma del Kurdistan stanno discutendo le fasi e i meccanismi di esportazione del petrolio dai giacimenti sotto il controllo di Erbil, a seguito della sentenza del tribunale arbitrale internazionale di Parigi che obbliga la Turchia a non importare il greggio curdo senza il benestare di Baghdad. Secondo quanto riferisce l’emittente ruca “Rudaw”, ieri una delegazione del governo regionale del Kurdistan si è recata a Baghdad per discutere il dossier. L’incontro a Baghdad è stato presieduto dal ministro del Petrolio iracheno, Hayyan Abdul Ghani, e dal ministro delle Risorse naturali del governo di Erbil, Kamal Mohammed. In una dichiarazione, il ministero del petrolio iracheno ha affermato che l’incontro ha discusso “dei nuovi meccanismi e dati” relativi alle esportazioni di petrolio della regione del Kurdistan, senza fornire ulteriori dettagli.
Come confermato dal portavoce del ministero del Petrolio iracheno, Assem Johad, il governo federale ha interrotto le esportazioni di petrolio dalla regione autonoma del Kurdistan e dai giacimenti situati nella provincia di Kirkuk dopo che il Paese ha vinto la causa arbitrale contro la Turchia, che secondo il tribunale arbitrale di Parigi ha violato le disposizioni dell’accordo sull’oleodotto iracheno-turco firmato nel 1973. In base a quanto riferiscono i media iracheni, lo scorso 25 marzo dopo aver avvisato gli operatori petroliferi iracheni presso il porto di Ceyhan a non caricare petrolio esportato dai giacimenti curdi senza l’approvazione del governo di Baghdad, le autorità della Turchia hanno successivamente interrotto il pompaggio del greggio iracheno dall’oleodotto. In seguito, il governo federale iracheno ha interrotto le operazioni sul suo lato di oleodotto nella provincia di Kirkuk.
Nahro Mahmoud, deputato del Partito democratico del Kurdistan (Kdp) e membro della Commissione petrolio e gas del parlamento ha dichiarato all’emittente “Rudaw” che- dopo l’incontro di ieri – l’esportazione del petrolio della regione del Kurdistan attraverso la Turchia riprenderà “definitivamente” nei prossimi giorni. Ieri, il ministero del petrolio dell’Iraq ha accolto con favore la decisione emessa dal tribunale di Parigi che si è pronunciato a favore di Baghdad contro le esportazioni di petrolio del Kurdistan attraverso la Turchia. In una dichiarazione, il ministero del Petrolio ha ricordato che la causa è stata intentata dall’Iraq contro la Turchia per aver violato le disposizioni dell’accordo sull’oleodotto iracheno-turco firmato nel 1973.
L’accordo sull’oleodotto iracheno-turco stabilisce che il governo turco deve attenersi alle istruzioni della parte irachena riguardo al movimento del greggio esportato dall’Iraq. Il ministero ha indicato che la decisione non costituisce un ostacolo allo sviluppo e all’espansione delle relazioni bilaterali. Il ministero del Petrolio ha chiarito che discuterà il meccanismo di esportazione del petrolio iracheno attraverso il porto turco di Ceyhan con le entità interessate nella regione del Kurdistan e le autorità turche per garantire la continuazione delle esportazioni di petrolio. Da parte sua, il portavoce del governo regionale del Kurdistan, Lawk Ghafuri, ha detto che “la decisione del tribunale francese a favore del governo federale iracheno contro la Turchia non ostacolerà le nostre relazioni con Baghdad”. A tal proposito, “visiteremo Baghdad per la risoluzione delle questioni correlate”, ha aggiunto Ghafuri.
Come sottolinea il sito specializzato “Iraq Oil Report”, la sentenza del tribunale arbitrale infligge un colpo potenzialmente fatale ai tentativi della regione autonoma del Kurdistan iracheno di controllare in modo autonomo del proprio settore petrolifero e solleva interrogativi urgenti su come le compagnie petrolifere in Kurdistan potranno continuare a produrre e vendere i circa 400.000 barili al giorno (bpd) di greggio esportati attraverso l’oleodotto con la Turchia. La chiusura dell’oleodotto interrompe anche le esportazioni di petrolio estratti dai giacimenti sotto il controllo del governo federale che utilizzano l’oleodotto Kirkuk-Ceyhan controllato da Erbil pari a una media di circa 75.000 barili al giorno nell’ultimo anno.
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