Almeno 174 persone sono morte e circa 200 sono rimaste ferite in seguito agli scontri avvenuti all’interno dello stadio Kanjuruhan a Malang, nell’area orientale dell’isola di Giava, in Indonesia. Non è la prima volta che la rivalità fra tifosi di calcio ha causato delle violenze in Indonesia, ma quella avvenuta ieri sera è una delle più gravi nella storia del Paese asiatico. Gli scontri sono iniziati dopo che i tifosi della squadra dell’Arema Fc si sono riversati sul campo da calcio, dopo la sconfitta per 3-2 contro Persebaya Surabaya. Era la prima volta in oltre vent’anni che l’Arema Fc perde una partita contro la squadra considerata la sua principale rivale a livello calcistico.
La polizia, che ha definito l’incidente una “rivolta”, ha cercato di convincere i tifosi a tornare sugli spalti e ha sparato gas lacrimogeni dopo che gli scontri hanno provocato la morte di due agenti. Sembra tuttavia che il lancio di lacrimogeni abbia peggiorato la situazione visto che, diversi testimoni oculari citati dalla stampa indonesiana, hanno descritto scene da panico, tanto che molte persone sono state calpestate a morte da quei tifosi che cercavano di fuggire dal gas. Lo stadio conteneva 42 mila persone ed era pieno secondo le autorità, mentre circa 3 mila avrebbero cercato di invadere il campo.
La tragedia avvenuta a Malang ha convinto il presidente indonesiano Joko Widodo a chiedere di sospendere tutte le partite sino a che non saranno apportati dei “miglioramenti della sicurezza” negli stadi. Il presidente indonesiano, inoltre, ha ordinato “una valutazione completa delle partite di calcio e delle procedure di sicurezza” dopo l’incidente.
“Sono profondamente dispiaciuto per questa tragedia e spero che questa disgrazia legata al calcio sia l’ultima di una lunga scia”, ha detto Widodo in un discorso televisivo.
Il governo provinciale della Giava orientale, in Indonesia, risarcirà con 10 milioni di rupie (circa 650 dollari) le famiglie delle vittime degli scontri scoppiati ieri allo stadio di Malang.
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