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India: il governo protesta per gli attacchi separatisti sikh alle sedi diplomatiche in Canada

Le autorità di Nuova Delhi si aspettando che il governo canadese adotterà tutte le misure "necessarie per garantire la sicurezza dei nostri diplomatici"

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Il ministero degli Esteri indiano ha convocato l’Alto commissario del Canada, al quale ha espresso “forte preoccupazione” per le azioni messe in atto questa settimana da elementi separatisti ed estremisti contro la Missione diplomatica e i Consolati in Canada. Il governo indiano ha chiesto spiegazioni “su come a tali elementi sia stato permesso, in presenza della polizia, di violare la sicurezza della nostra missione diplomatica e dei nostri consolati”, si legge nella nota, che ricorda al governo canadese “i suoi obblighi ai sensi della Convenzione di Vienna” e gli è stato chiesto “di arrestare e perseguire le persone che sono già state identificate come coinvolte in tali atti”.

Le autorità di Nuova Delhi si aspettando quindi, conclude la nota, che il governo canadese adotterà tutte le misure “necessarie per garantire la sicurezza dei nostri diplomatici e la sicurezza delle nostre sedi diplomatiche in modo che siano in grado di svolgere le loro normali funzioni diplomatiche”. La scorsa settimana episodi simili hanno coinvolto gli Stati Uniti e il Regno Unito, dove alcuni separatisti sikh hanno attaccato le sedi diplomatiche indiane a San Francisco e Londra. Gli attacchi sono stati condotti da militanti con slogan e bandiere del Khalistan, la patria sikh per cui si battono gruppi separatisti presenti in vari Paesi del mondo. Il movimento per il Khalistan risale agli anni Settanta, promosso dagli espatriati, e si è poi diffuso nello Stato indiano del Punjab, dove la popolazione è in maggioranza sikh (circa il 60 per cento). Il Khalistan dovrebbe comprendere sia il Punjab indiano sia quello pachistano e parti di altri Stati indiani, Haryana, Himachal Pradesh, Jammu e Kashmir, Rajasthan.

L’India ha protestato formalmente anche nei confronti di Stati Uniti e Regno Unito. Lo rende noto il ministero degli Esteri di Nuova Delhi, che il 20 marzo ha convocato l’incaricata d’affari dell’ambasciata Usa Elizabeth Jones per protestare contro “l’attacco vandalico alla proprietà del consolato generale dell’India a San Francisco”. “È stato ricordato al governo statunitense che è suo obbligo garantire protezione e sicurezza alla rappresentanza diplomatica e che è suo dovere prendere misure appropriate per evitare il ripetersi di tali incidenti. Anche la nostra ambasciata a Washington ha espresso le nostre preoccupazioni al dipartimento di Stato”, si legge nella nota. Allo stesso modo, al Regno Unito sono state chieste “spiegazioni per la completa assenza della sicurezza britannica” che ha consentito a “elementi separatisti ed estremisti” di entrare nella proprietà dell’Alta commissione indiana a Londra. “L’India trova inaccettabile l’indifferenza del governo del Regno Unito verso la sicurezza delle sue proprietà diplomatiche e del suo personale. Ci si attende che il governo britannico prenda immediatamente delle misure per identificare, arrestare e perseguire ciascuna delle persone coinvolte negli incidenti e metta in campo stringenti misure per prevenire il ripetersi di tali accadimenti”.

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