Dopo aver notificato ieri all’ambasciatrice dell’Unione europea in Venezuela, Isabel Brilhante, di avere 72 ore per lasciare il Paese, il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha convocato i rappresentanti delle missioni diplomatiche di Spagna, Francia, Paesi Bassi e Germania per una riunione privata nella sede del ministero degli Esteri. Secondo quanto riferito dal quotidiano “Abc” Arreaza ha comunicato mediante una lettere agli ambasciatori di Francia, Romain Nadal, e Germania, Daniel Kriener, così come all’incaricato d’affari di Spagna, Juan Fernández Trigo, e Paesi Bassi, Robert Schuddeboom, che il Venezuela non esiterà ad espellerli se dovessero continuare ad esprimere critiche al governo del presidente Nicolas Maduro. La conversazione è durata circa un’ora e ha avuto luogo lo stesso giorno in cui il governo ha espulso Brilhante in risposta alle sanzioni che l’Ue ha imposto il 22 febbraio contro 19 nuovi funzionari chavisti.
Venezuela, ieri l’attacco all’ambasciatore Ue
Ieri il governo del presidente venezuelano Nicolas Maduro ha dichiarato persona non grata l’ambasciatore dell’Ue nel paese, Isabel Brilhante Pedrosa, e ha dato all’inviata Ue 72 ore per lasciare il paese. La misura, annunciata dal ministro degli esteri Jorge Arreaza, arriva in risposta alle recenti sanzioni annunciate da Bruxelles nei confronti di 19 alti funzionari per presunte violazioni dei diritti umani. Il provvedimento era stato richiesto dai deputati dell’Assemblea nazionale, a maggioranza chavista, secondo cui l’Ue agisce in Venezuela in forma “arrogante, imperialista e neocolonialista”.
Lo scorso 22 febbraio il Consiglio Affari esteri ha aggiunto 19 alti funzionari venezuelani all’elenco delle persone soggette a sanzioni. La decisione fa seguito alle conclusioni dello scorso Consiglio, il 25 gennaio, che indicavano che l’Ue era pronta ad adottare ulteriori misure restrittive mirate, alla luce del deterioramento della situazione in Venezuela dopo le elezioni del dicembre 2020. Le persone aggiunte alla lista sono responsabili, in particolare, di minare i diritti elettorali delle opposizioni e il funzionamento democratico dell’Assemblea nazionale, nonché di gravi violazioni dei diritti umani e limitazioni delle libertà fondamentali.
La decisione porta a 55 il numero totale di persone soggette a sanzioni, che includono divieti di viaggio e congelamento dei beni. Queste misure mirate sono progettate per scongiurare effetti umanitari negativi o conseguenze indesiderate per la popolazione venezuelana e possono essere revocate. Il Consiglio ha spiegato che l’Ue continuerà a impegnarsi e a collaborare con tutte le parti interessate in Venezuela per promuovere il dialogo pacifico e una soluzione democratica e sostenibile alle crisi nel Paese. L’Ue ha introdotto misure restrittive nei confronti del Venezuela nel novembre 2017. Queste includono un embargo sulle armi e sulle attrezzature per la repressione interna e l’imposizione di divieti di viaggio e congelamento dei beni per le persone inserite nella lista.
Il governo del Venezuela ha respinto le sanzioni disposte dal Consiglio affari esteri dell’Ue. In una nota diffusa dal ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, Caracas accusa Bruxelles di usare falsi argomenti contro “cittadini onorati”, strategia che risponde “alla frustrazione di un gruppo di stati membri dell’Unione europea, per la manifesta inefficacia delle loro azioni pensate per forzare un cambio di governo in Venezuela”. Non si tratta che di una nuova “goffa decisione”, aggiunge il ministro. “Il Venezuela ribadisce e denuncia il carattere arbitrario di queste sanzioni” adottate senza nessun sostegno giuridico nelle norme condivise del diritto internazionale”.
Il governo del presidente Nicolas Maduro ritiene che si tratti di una decisione erronea che rivela “l’incapacità del blocco europeo a capire, accettare e rispettare la volontà del popolo venezuelano e mette in evidenza, una volta di più la sua anacronistica politica interventista, e di ingerenza in Venezuela”. La nota definisce la decisione del Consiglio affari esteri come “illegale” e una “arrogante sfida alle nazioni Unite”, se messa in confronto con l’esito della visita della relatrice Alena Douhan, che ha “chiesto la rimozione delle sanzioni unilaterali contro il Venezuela”. Infine, il governo ha invitato l’Ue a cessare la “sistematica aggressione contro il popolo venezuelano”, abbandonando le vestigia e le pretese neocolonialiste in America latina.
L’Unione europea lamenta la decisione delle autorità venezuelane di dichiarare persona non grata il capo delegazione dell’Ue nel paese e chiede che venga revocata. È quanto si legge in una nota diffusa dal Servizio di azione esterna dell’Ue. “Ciò porterà solo a un ulteriore isolamento internazionale del Venezuela. Chiediamo che questa decisione venga revocata”, recita la nota. Non è la prima volta che il governo di Nicolas Maduro risponde alle sanzioni con la minaccia di espellere la rappresentanza diplomatica dell’Ue nel paese. Lo scorso giugno Maduro diede a Brilhante Pedrosa 72 ore di tempo per lasciare il paese, dopo le sanzioni emanate da Bruxelles nei confronti di 11 alti funzionari venezuelani. L’Ue rispondeva convocando l’ambasciatore venezuelano presso le istituzioni europee.
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