Facendo leva sulla sua posizione al centro del Mediterraneo, l’Italia può diventare uno snodo europeo del gas e, in questo senso, sarà fondamentale realizzare due nuovi rigassificatori offshore, raddoppiare la capacità del Gasdotto Trans-adriatico (Tap), ampliare gli stoccaggi, aumentare la capacità dei rigassificatori esistenti, incrementare l’estrazione nazionale di gas e, infine, completare la dorsale adriatica del gas per aumentare significativamente la capacità di esportazione verso il Nord Europa. Lo ha detto oggi il sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Claudio Barbaro, all’ottava riunione ministeriale del Forum regionale del gas dei Paesi del Mediterraneo Orientale (Emfg), l’iniziativa nata su impulso di Egitto, Cipro, Grecia, Giordania, Israele, Italia e Autorità nazionale palestinese (Anp) allo scopo di confrontarsi su politiche comuni per l’utilizzo del gas scoperto, e da scoprire, nel bacino del Levante. “Il Forum sta diventando sempre più importante nell’attuale scenario internazionale per garantire il dialogo continuo tra governi, partner commerciali e settore privato per affrontare le importanti sfide energetiche e climatiche che tutti noi stiamo affrontando”, ha detto Barbaro, sottolineando come la sicurezza energetica sia “una priorità” e il potenziale delle risorse energetiche nell’area del Mediterraneo orientale.
Nel corso del suo intervento, il sottosegretario ha evidenziato come l’invasione russa dell’Ucraina abbia “ridisegnato la geopolitica del gas”. L’Italia che nel 2021 importava quasi il 40 per cento della sua domanda di gas dalla Russia “è stata in grado di reagire rapidamente, diversificando le fonti di gas da altri Paesi attraverso nuove forniture di Gnl, l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti e la costruzione di ulteriori capacità di rigassificazione”, ha aggiunto Barbaro. A tal riguardo, l’esponente del governo italiano ha ricordato come le importazioni di gas dall’Azerbaigian tramite il Tap siano aumentate nel breve termine, precisando che si sta ragionando sulla possibilità di raddoppiare la capacità della condotta da 10 a 20 miliardi di metri cubi all’anno. “Le nuove forniture di Gnl richiederanno nuove infrastrutture di rigassificazione dato il pieno utilizzo della capacità esistente”, ha aggiunto il sottosegretario, definendo “fondamentale” l’entrata in funzione entro il prossimo inverno di “due nuove unità galleggianti di rigassificazione offshore della capacità di 5 miliardi di metri cubi ciascuna”. Quanto alla decarbonizzazione, Barbaro ha ricordato come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanzi circa 60 miliardi di euro per la cosiddetta “rivoluzione verde”.
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