Il segretario generale dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), il kuwaitiano Haitham al Ghais, ha affermato che la decisione di tagliare la produzione di due milioni di barili di petrolio al giorno per il mese di novembre insieme ai produttori al di fuori del Cartello petrolifero (Opec+) non è una decisione politica.
In un’intervista all’emittente panaraba “Al Arabiya”, Al Ghais ha risposto alle critiche dei Paesi occidentali, in particolare a quelle del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che si è detto “deluso” dalla decisione a sorpresa dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio. Nell’intervista, il segretario generale dell’Opec ha sottolineato che l’organizzazione non si schiera e non ha nulla a che fare con la politica: “Analizziamo i dati relativi all’economia globale, agli sviluppi economici, agli indicatori e alle aspettative che hanno un impatto diretto sulla domanda di petrolio e sul futuro dell’energia. Questo è il ruolo dell’Opec sin dalla sua nascita”. Al Ghais ha dichiarato che l’organizzazione sta lavorando per garantire la continuazione di flussi di petrolio sicuri e regolari, sottolineando che ciò è nell’interesse della crescita economica globale. Secondo il segretario generale dell’Opec, il recente taglio della produzione non è rivolto contro alcun Paese o gruppo di Paesi. “La decisione si basa su numeri e fatti che indicano un’elevata possibilità di una recessione economica”, ha dichiarato Al Ghais, sottolineando che l’Opec e l’alleanza Opec+ hanno deciso di anticipare gli eventi, facendo tesoro delle esperienze del passato. Secondo il segretario generale dell’Opec, grazie alle entrature di questi mesi si prevedono investimenti nel settore petrolifero per 12 mila miliardi di dollari.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram