Il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha rivolto una dura critica alla diplomazia dei vaccini contro il coronavirus della Cina, accusando Pechino di vincolare le forniture dei farmaci a condizioni politiche. Intervistato dalla stampa del Giappone, prima di lasciare quel Paese alla volta della Corea del Sud, Blinken ha dichiarato che “la distribuzione o l’accesso ai vaccini non dovrebbero esser vincolati alla politica o alla geopolitica“. Le forniture di vaccini da parte della Cina ai Paesi in via di sviluppo “presenta dei paletti (…) ed è certamente accompagnata da certe richieste, e forse richieste perentorie sono rivolte ai Paesi che desiderano ricevere i vaccini”. Il segretario di Stato Usa non a fatto riferimento all’iniziativa sui vaccini siglata la scorsa settimana dai membri del Quad – Usa, Giappone, India e Australia – ma ha tracciato un chiaro paragone implicito. Le dichiarazioni di Blinken, assieme alla sue accuse alla Cina di ricorrere alla coercizione e all’aggressione nella regione asiatica, e alle sanzioni varate contro 24 funzionari cinesi e di Hong Kong, riaccendono lo scontro strategico tra le due maggiori potenze globali in vista del primo incontro tra funzionari dei due Paesi, in programma in Alaska questa settimana.
Ieri Blinken ha anche accusato la Cina di agire in Asia in maniera “aggressiva e repressiva”. Secondo il segretario, la Cina sta “aumentando le tensioni” nell’area attraverso le sue azioni marittime e il suo atteggiamento nei confronti di Taiwan. “Pechino – ha ricordato il segretario di Stato – agisce in maniera repressiva all’interno dei suoi confini e con maggiore aggressività all’estero”, in particolare “nel Mar Cinese Orientale, con riferimento alla questione delle isole Senkaku, e nel Mar Cinese Meridionale con Taiwan“. Le isole Senkaku, anche conosciute come isole Diaoyu in Cina, sono controllate dal Giappone e rivendicate dalla Repubblica popolare. Taiwan, di fatto autonoma, continua ad essere rivendicata dalla Cina continentale. Blinken ha espresso anche preoccupazione per la situazione di Hong Kong e per gli Uiguri dello Xinjiang. Le parole di Blinken giungono alla vigilia dell’incontro che il segretario di Stato terrà ad Anchorage, in Alaska, con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e con il direttore del comitato centrale per gli Affari esteri del Partito comunista, Yang Jiechi. “Un’opportunità per confrontarsi con le controparti cinesi su tali tematiche”, ha spiegato il capo della diplomazia Usa.
Il dipartimento di Stato Usa ha annunciato l’imposizione di sanzioni a 24 funzionari di Cina e Hong Kong, in risposta alla progressiva restrizione del perimetro delle libertà civili nella ex colonia britannica. L’annuncio delle nuove sanzioni segue l’approvazione di un emendamento alla legge sull’autonomia di Hong Kong, approvato dall’Assemblea nazionale del popolo cinese la scorsa settimana per dare ad un comitato pro-Pechino il potere di nomina di un maggior numero di deputati del parlamento di Hong Kong. L’annuncio delle sanzioni è giunto in concomitanza con la visita in Giappone e Corea del Sud del segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, che lunedì ha espresso tramite una nota “profonda preoccupazione” per l’aggiornamento delle norme elettorali nella ex colonia britannica.
Blinken ricorda che l’Hong Kong Autonomy Act vincola il segretario di Stato a fornire regolari aggiornamenti al Congresso federale in meri ai responsabili dell’erosione dell’autonomia di Hong Kong. “Una Hong Kong stabile, prospera e rispettosa dei diritti umani, delle libertà e del pluralismo politico serve gli interessi di Hong Kong, della Cina continentale e della comunità internazionale nel suo complesso”, recita la nota del segretario di Stato. “Gli Stati Uniti e i loro partner sono coesi nella difesa dei diritti e delle libertà della gente di Hong Kong, e risponderanno al mancato rispetto degli obblighi in tal senso da parte della Repubblica Popolare Cinese”, afferma la nota. Sullivan e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, hanno in programma per domani, 18 marzo, il primo faccia a faccia con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e con il direttore dell’Ufficio della Commissione centrale degli affari esteri, Yang Jiechi, che si terrà ad Anchorage, in Alaska.
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