Il presidente senegalese Macky Sall si recherà presto in Russia e in Ucraina nel suo ruolo di presidente di turno dell’Unione africana, con l’auspicio di poter contribuire alla ricerca di un cessate il fuoco. Nel corso di una conferenza congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Sholz, in visita in Senegal, Sall ha affermato che l’Africa desidera raggiungere la pace attraverso il dialogo tra Ucraina e Russia. Secondo Sall, Mosca ha esteso l’invito per una visita mentre il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj ha espresso la necessità di comunicare con i capi di Stato africani. La visita del presidente del blocco interviene nel quadro di ripetuti appelli internazionali a risolvere la guerra in corso e la grave crisi alimentare generata dal conflitto: la crisi Russia-Ucraina ha interrotto le forniture di grano e olio da cucina, peggiorando l’insicurezza alimentare in particolare nei Paesi africani più poveri a causa dell’aumento dei prezzi. Fra i prodotti che hanno visto un maggior aumento globale dei prezzi, quello del carburante.
Il 24 febbraio, giorno in cui è iniziata l’invasione russa in Ucraina, l’Unione africana ha condannato l’azione di Mosca, esortando le parti in conflitto a dichiarare “un immediato cessate il fuoco” e ad aprire “senza indugio” un processo negoziale sotto l’egida delle Nazioni Unite. In un comunicato firmato dal presidente della Commissione Ua Moussa Faki Mahamat e dallo stesso Sall, il blocco richiama “la Russia ed ogni altro attore regionale o internazionale al rispetto imperativo del diritto internazionale e dell’integrità e sovranità territoriale dell’Ucraina”. Aprire “senza tardare negoziati politici” è per l’Ua urgente per “preservare il mondo dalle conseguenze di un conflitto globale”, oltre che per “la pace e la stabilità nelle relazioni internazionali”. La condanna dell’Unione africana arrivava dopo ore in cui i Paesi del continente sono apparsi divisi sul conflitto avviato da Mosca. Gli unici governi ad aver condannato apertamente l’azione di Mosca sono stati quelli di Ghana, Kenya e Gabon, mentre Repubblica Centrafricana e Sudan – da tempo finiti nell’orbita russa – hanno manifestato il loro sostegno al presidente Vladimir Putin. Se infine la giunta al potere in Mali – altro Paese in orbita filorussa – non si era all’inizio dichiaratamente espressa sul conflitto, sui social media sono comparsi numerosi commenti che giustificavano l’azione di Mosca e contestavano la Francia. La giunta al potere a Bamako ha successivamente espresso in modo chiaro la propria posizione filo-russa.
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