“Nella scuola che vogliamo non c’è spazio per la violenza”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in una intervista al “Quotidiano Nazionale”, alla vigilia del corteo odierno di Firenze, a difesa della scuola e della Costituzione, organizzato in seguito all’episodio di violenza, dello scorso 18 febbraio, al liceo “Michelangiolo”, nel capoluogo toscano. “Non ho bisogno di dare prove del mio antifascismo, lo dimostrano i miei libri, i miei atti, la mia vita – prosegue l’esponente dell’esecutivo -. Ben venga qualunque manifestazione che dia voce alle idee e alimenti un dibattito democratico. Per parte mia raccolgo e rilancio l’invito del sindaco Nardella per un confronto con lui sui temi dell’antifascismo, dell’antisemitismo, di tutti i razzismi, della democrazia e della libertà di opinione: organizziamolo presto. Un confronto che deve essere franco, onesto e sereno”.
Quanto alle polemiche legate alla sua mancata condanna dell’episodio di violenza, Valditara osserva: “La condanna della violenza è per me talmente ovvia da non essere oggetto di discussione. Nella scuola che vogliamo non c’è nessuno spazio per la violenza. L’ho detto da quando mi sono insediato: faremo ogni sforzo affinché diventi regola rispettata e condivisa. Nessuna indulgenza quindi per la violenza fisica né per ogni altra forma di prevaricazione, quale che sia la sua declinazione. È una regola che deve valere per chiunque“. Sul fatto, poi, di non aver condiviso la lettera della preside fiorentina, Valditara spiega: “Non ho apprezzato l’invito della preside a ‘isolare’, ‘combattere culturalmente’, ‘chiamare con il suo nome’, e dunque qualificare come fascista, chi dà valore ai confini e alla identità di un popolo, parlando al riguardo di ‘disgustoso rigurgito’. Un conto è fare queste affermazioni in una assemblea di un partito politico, un altro con la carta intestata di una scuola in una veste istituzionale. Invito tutti a riflettere. Questo non c’entra nulla con la libertà di opinione. Questo a che fare con le fondamenta stesse della democrazia. Mi dispiace che alcuni non lo abbiano capito. E ho detto che tutto ciò non costituisce motivo per provvedimenti disciplinari: su questo punto è stata montata contro di me una campagna di aggressione e di deformazione della realtà oggettivamente inaccettabile”.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram