Quasi 18 milioni di cittadini, di cui il 46 per cento donne, saranno chiamati al voto nella giornata di domani in Marocco per scegliere i 395 deputati della Camera dei rappresentanti e 31 mila funzionari comunali e regionali. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Les Eco”, le elezioni legislative, regionali e comunali segneranno il futuro del partito islamico al governo, il movimento Giustizia e Sviluppo (Pjd) ispirato alla Fratellanza musulmana, che punta a ottenere la terza vittoria dal 2011. Il portale informativo “Machahid 24” sostiene che il Pjd ha perso gran parte della sua credibilità popolare. “Il Regno necessita di un governo in grado di attuare una riforma sociale, economica e anche politica, che conferisca l’immagine di un Paese forte che difende la propria integrità”, riferisce il sito web. Il Marocco ha un sistema parlamentare bicamerale con i membri della Camera dei rappresentanti eletti direttamente per un periodo di cinque anni. Le ultime elezioni sono state nel 2016, quando il Pjd ha ottenuto il maggior numero di seggi (125 seggi su 395), mentre il Pam (Partito dell’autenticità e della modernità) è arrivato secondo (102 seggi), il partito conservatore Istiqlal terzo (46 seggi), e i liberali dell’Rni (Raggruppamento nazionale degli indipendenti) quarti (37 seggi). La Camera alta, la Camera dei consiglieri, è formata da 120 membri che sono scelti indirettamente per un mandato di sei anni da due gruppi di collegi elettorali.
Quest’anno sono circa 32 i partiti che si presentano alle elezioni, e i principali avversari del Pjd sono i liberali dell’Rni, guidato dal ministro uscente dell’Agricoltura, Aziz Akhannuch. Anche il Pam, guidato da Abdellatif Ouahbi, e il partito Istiqlal di Hamid Chabat potrebbero ottenere maggiori consensi alle elezioni e contribuire a incrinare l’influenza del Pjd. Il quotidiano marocchino “Les Eco” parla di una diffusa sfiducia dell’elettorato nelle istituzioni politiche, con il rischio di una bassa affluenza ai seggi. Un sondaggio dell’Alto commissariato per la pianificazione del Marocco (Hcp) mostra che un terzo dei giovani non ha fiducia nel proprio governo. Anche l’emittente televisiva francese “France 24” rende noto che la popolazione è estremamente scettica sul fatto che le elezioni possano fare la differenza nel modo in cui il Paese è governato.
Secondo il portale informativo “The Arab Weekly” saranno, tuttavia, i distretti rurali a determinare i risultati delle prossime elezioni. I villaggi e i distretti rurali rappresentano il 46 per cento degli elettori marocchini e attirano l’interesse dei politici che cercano l’appoggio dei notabili locali. Gli ultrasessantenni costituiscono la fascia più ampia dell’elettorato, rappresentando il 23 per cento degli elettori registrati, mentre i giovani tra i 18 e i 24 anni rappresentano solo l’8 per cento. Il parlamento ha approvato lo scorso marzo una nuova legge elettorale che ha modificato il calcolo della quota di deputati eletti, basata ora sul numero degli iscritti alle liste elettorali e non solo sugli elettori votanti. In altre parole, quanto più alto è il quoziente elettorale, tanto minori sono le possibilità che un partito lo raggiunga, il che si traduce in una ripartizione dei seggi tra tutti i partiti, compresi quelli minoritari, facilitati anche dall’eliminazione della soglia di sbarramento (in passato fissata al 3 per cento per le elezioni legislative). La riforma è stata approvata dal parlamento con l’opposizione del Pjd, preoccupato di vedere ridotto il suo peso alla Camera.
Il peso dell’Rni e una netta flessione della popolarità del Pjd sono emersi già lo scorso 6 agosto in occasione delle elezioni presso le Camere professionali, assemblee che non detengono alcun potere sulle scelte del governo o del parlamento ma influenzano fortemente la politica del Paese. Infatti i rappresentanti di ciascun settore agiscono come consulenti, influenzando le riforme all’interno dei rispettivi settori e promuovendo i propri interessi attraverso consultazioni governative. Alle elezioni del 6 agosto i liberali dell’Rni, hanno ottenuto 638 seggi (28,61 per cento), mentre il Pjd si è assicurato solo il 2,2 per cento dei seggi con un’affluenza che ha raggiunto il 47,24 per cento, contro il 43 per cento del 2015. Dopo l’annuncio della vittoria schiacciante nelle elezioni professionali, l’Rni ha descritto i risultati come “notevoli”, infliggendo un duro colpo al partito islamico del Pjd.
La Camera bassa del parlamento, la Camera dei rappresentanti, ha 395 membri eletti direttamente e che restano in carica cinque anni. Gli elettori sono divisi in due gruppi, il primo dei quali vota per 305 seggi. I vincitori vengono eletti in base ai distretti locali, mentre i restanti 90 seggi sono assegnati a liste elettorali sulla base delle 12 regioni del Regno. Secondo la Costituzione del Paese, le elezioni legislative rinnovano la Camera dei rappresentanti e, alla luce del risultato, determinano la formazione del nuovo governo, in quanto il re Mohammed VI nomina come primo ministro il leader del partito politico che guida le elezioni dei membri della Camera dei rappresentanti. Sarà poi il premier a preparare una scaletta per la formazione del nuovo esecutivo.
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