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Il marito di Tikhanovskaja è accusato di fomentare le rivolte in Bielorussia, rischia 15 anni

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Sergei Tikhanovskij, il marito della leader dell’opposizione bielorussa ed ex candidata presidenziale Svetlana Tikhanovskaja, è stato ufficialmente accusato di organizzazione di rivolte e ostruzione del lavoro della Commissione elettorale centrale (Cec). Lo ha riferito l’ufficio stampa del Comitato investigativo bielorusso, secondo cui sono quattro in totale i capi d’imputazione nei confronti di Tikhanovskij, che viene accusato anche di incitamento all’inimicizia sociale e organizzazione di attività che violano gravemente l’ordine pubblico. Secondo la legislazione bielorussa, la pena massima che questi articoli implicano è la reclusione sino a 15 anni.


Tikhanovskaja: “Voglio tornare in Bielorussia il prima possibile”

Nel corso di una conferenza stampa a Ginevra, Thikanovskaja ha parlato delle relazioni con la Russia sostenendo che “la Bielorussia ha un’alleanza con la Russia e questo non cambierà ma Mosca non può continuare a sostenere Aleksandr Lukashenko“. “Vogliamo rimanere un Paese indipendente, vogliamo sviluppare la nostra Bielorussia“, ha detto Tikhanovskaja. “Abbiamo un’alleanza con la Russia, e questo non cambierà. Abbiamo ottimi rapporti commerciali con la Russia, e noi vogliamo che rimangano allo stesso livello, anche se forse in modo più trasparente e più aperto. Dobbiamo vivere e mantenere lo stesso rapporto con la Russia”, ha aggiunto l’esponente politica bielorussa. Tikhanovskaja ha detto di che “vuole tornare in Bielorussia il prima possibile“, esprimendo la speranza che “ciò avvenga nei prossimi mesi”. “Il nostro obiettivo è tenere nuove elezioni a settembre o ottobre”, ha aggiunto l’esponente dell’opposizione.

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