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Il gran giurì vota per incriminare Trump. Il procuratore avrebbe chiesto all’ex presidente di costituirsi

Fonti anonime hanno confermato al “New York Times” che l'incriminazione, la prima nella storia degli Stati Uniti nei confronti di un ex presidente, sarà annunciata ufficialmente nei prossimi giorni, essendo ancora secretata

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Un gran giurì di Manhattan ha votato a favore dell’incriminazione dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per il pagamento da 130 mila dollari effettuato dai fondi della sua campagna elettorale nel 2016 alla pornodiva Stormy Daniels, con la quale avrebbe avuto una relazione extraconiugale. Fonti anonime hanno confermato al “New York Times” che l’incriminazione, la prima nella storia degli Stati Uniti nei confronti di un ex presidente, sarà annunciata ufficialmente nei prossimi giorni, essendo ancora secretata. L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, avrebbe chiesto a Trump di costituirsi e presentarsi in giudizio sulla base delle accuse a suo carico, le quali non sono ancora state rese note.

L’inchiesta portata avanti da Bragg è incentrata sui 130 mila dollari che sarebbero stati versati nel 2016 alla pornostar Stephanie Clifford, nota con il nome d’arte di Stormy Daniels, perché mantenesse il silenzio su una relazione avuta dieci anni prima con Trump, il cui legale di allora, Michael Cohen, ha ammesso di essersi occupato personalmente della transazione. Il denaro, sostiene l’accusa, sarebbe stato successivamente iscritto a registro come “spese legali” in capo alla Trump Organization. Bragg, eletto nel 2021 con il Partito democratico, non ha fornito pubblicamente dettagli sull’inchiesta. Il procuratore, secondo le speculazioni della stampa nazionale, potrebbe accusare Trump non solo di falso in bilancio, ma anche di crimini politici: nel 2016, infatti, era in pieno svolgimento la campagna elettorale per la Casa Bianca che vedeva Trump opporsi alla candidata democratica Hillary Clinton. L’attenzione sul caso è cresciuta enormemente dopo che sabato 18 marzo lo stesso Trump ha annunciato che sarebbe stato arrestato il martedì successivo, 21 marzo, invitando i suoi sostenitori a protestare vigorosamente contro un’inchiesta definita “una caccia alle streghe”.

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