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Il governo tedesco continua l’esame sull’ingresso di Cosco nel terminale del porto di Amburgo

Il gruppo cinese ha comunicato che non tutte le condizioni sono state soddisfatte e non vi è “alcuna garanzia” sull'esito dei negoziati, mentre proseguono le trattative con il ministero dell'Economia e della Protezione del clima tedesco

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Il governo tedesco continua a esaminare il possibile ingresso del gruppo statale cinese per le spedizioni e la logistica Cosco nel terminale di Tollerort, parte del porto di Amburgo. È quanto riferisce l’emittente radiotelevisiva “Ard” ricordando che, a ottobre del 2022, l’esecutivo del cancelliere Olaf Scholz aveva autorizzato l’operazione con la riduzione della quota di Cosco dal previsto 35 per cento al 24,9 per cento. In tal modo, il governo tedesco ha inteso sottrarre al gruppo la minoranza di blocco nell’azienda che opera il porto di Amburgo, Hhla, al fine di impedirle di esercitare qualsiasi influenza. Tuttavia, come nota “Ard”, la questione non è ancora conclusa. Hhla ha affermato di aver concordato “requisiti specifici” per l’ingresso di Cosco nel terminale di Tollerort e di star chiarendo gli ultimi dettagli dell’operazione. Il gruppo cinese ha, invece, comunicato che non tutte le condizioni sono state soddisfatte e non vi è “alcuna garanzia” sull’esito dei negoziati, mentre proseguono le trattative con il ministero dell’Economia e della Protezione del clima tedesco. Intanto, non si è ancora conclusa l’istruttoria del governo federale sull’ingresso di Cosco nel terminale di Tollerort.


Come nota “Ard”, tutto ciò è probabilmente dovuto al fatto che l’esecutivo guidato da Scholz sta elaborando la propria strategia nei confronti della Cina. Secondo i principali esponenti dei Verdi nel governo federale, Robert Habeck e Annalena Baerbock, ministri rispettivamente dell’Economia e Protezione del clima e degli Esteri, i rapporti tra Germania e Cina dovrebbero essere impostati su un maggiore rigore, anche per evitare il rischio di dipendenze unilaterali. In questa prospettiva, Pechino non dovrebbe essere più considerata soltanto come uno dei partner economici e commerciali più importanti, ma “sempre più” come un avversario e un possibile rischio per la sicurezza. Nella bozza della strategia per la Cina redatta dal ministero degli Esteri tedesco, questo approccio si riassume in “più valori, meno economia”. Inoltre, il dicastero evidenzia come, nei settori industriali strategici, Germania e Ue “non dovrebbero diventare dipendenti dai progressi tecnologici di Paesi terzi che non condividono i nostri valori”. La posizione del dicastero di Baerbock diverge da quella della Cancelleria, che vorrebbe impostare la nuova politica tedesca per la Cina su “linee guida più generali”, marginalizzando i fronti di attrito.

Intanto, su proposta di Habeck, il governo federale ha vietato l’acquisizione di una fabbrica di Elmos, società tedesca che produce microchip, alla concorrente svedese Silex, di proprietà del gruppo cinese Sai Microelectronics. Inoltre, il ministero dell’Interno tedesco sta valutando la rimozione dalla rete 5G della Germania dei componenti realizzati dai gruppi cinesi per le telecomunicazioni Huawei e Zte, sospettati di svolgere attività di spionaggio per l’intelligence di Pechino. Per Kostantin von Notz, presidente del Comitato di controllo del Bundestag sui servizi segreti tedeschi, “chiunque prenda sul serio la svolta epocale” innescata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina “deve garantire il più rapidamente possibile che venga rafforzata l’effettiva protezione delle linee vitali della nostra democrazia, che le responsabilità politiche vengano chiarite e le dipendenze ridotte”. Deputato dei Verdi al parlamento federale, von Notz ha infine evidenziato come la Cina rappresenti una sfida speciale, con l’intelligence tedesca che mette in guardia “con molta urgenza contro lo spionaggio e le acquisizioni strategiche da parte di società cinesi in sia in Germania sia in Europa”.

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