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Il governo del Marocco approva l’uso legale della cannabis

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Il governo del Marocco ha approvato l’uso legale della cannabis. Il disegno di legge numero 13.21, presentato dal ministro dell’Interno, Abdelouafi Laftit, è stato adottato ieri sera nell’intento di assoggettare tutte le attività legate alla cultura, produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione, esportazione e importazione di cannabis e dei suoi prodotti in un sistema di licenze. A spiegarlo è stato il portavoce del governo, Saaid Amzazi, in un comunicato stampa letto al termine della riunione del Consiglio dei ministri, tenutasi ieri sera in videoconferenza sotto la presidenza del capo del governo, Saadeddine El Othmani. Il disegno di legge mira altresì a creare un’agenzia nazionale responsabile del coordinamento tra tutti i dipartimenti governativi, istituzioni pubbliche e partner nazionali e internazionali per lo sviluppo di un settore agricolo e industriale dedicato alla cannabis, rafforzando i meccanismi di controllo. La legge apre la strada agli agricoltori per entrare a far parte delle cooperative agricole, con l’obbligo di ricevere i raccolti dalle aziende manifatturiere ed esportatrici, mentre prevede sanzioni per scoraggiare i trasgressori delle disposizioni di questa legge.


L’ex premier e segretario generale del partito di Giustizia e Sviluppo (Pjd) al governo in Marocco, Abdelilah Benkirane, ha deciso di autosospendersi da membro della formazione politica affiliata alla Fratellanza musulmana per protesta, subito dopo l’approvazione da parte del governo della legge sugli usi legali della cannabis a scopo medico e nella cosmesi. Benkirane ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto di una lettera, scritta di suo pugno, nella quale annuncia ai dirigenti del partito islamico la sua sospensione da membro e di interrompere i suoi rapporti con diversi leader e ministri, tra cui il premier e segretario del Pjd, Saadeddine El Othmani. Come già riferito da “Agenzia Nova“, questa legge sta da tempo dividendo il partito di governo di orientamento islamico. In base a quanto riporta la stampa marocchina, dopo la sconfitta subita sul fronte della riforma elettorale, segnata dall’adozione di un nuovo metodo di calcolo delle quote che penalizzerebbe il Pjd, la formazione di orientamento islamico vicina ai Fratelli musulmani si è spaccata sul disegno di legge che consente la produzione della cannabis, rendendo legale un prodotto che nel Paese è tollerato nella regione del Rif, regione che si estende per 120 chilometri sulla costa del Mediterraneo e caratterizzata da strette valli e montagne che superano i 2.000 metri. Le coltivazioni presenti nel Rif e altre colture di cannabis illegali fanno del Marocco il secondo produttore al mondo di hashish dopo l’Afghanistan e primo fornitore per i Paesi europei.

Il disegno di legge proposto all’inizio del 2021 mira da un lato a regolamentare la coltivazione e la produzione di derivati della cannabis illegale, dall’altro a mantenere lo sviluppo in una regione come quella del Rif dove a causa della particolare morfologia la cannabis è uno dei pochi prodotti coltivabili e da secoli la principale fonte di reddito per la popolazione. L’esame del disegno di legge sull’uso legale della cannabis era iniziato in Consiglio dei ministri a Rabat il 25 febbraio 2021. Incentrato sulla promozione dei settori della cannabis medica, cosmetica e industriale, il nuovo disegno di legge sull’uso legale di questa pianta tende a convertire le colture illecite che distruggono l’ambiente in attività legali sostenibili che generano valore e occupazione. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa “Map”, questo progetto ha adottato come priorità la creazione di un quadro giuridico che consenta lo sviluppo dei settori della cannabis medica, cosmetica e industriale e di cogliere le opportunità offerte dall’attrazione di operatori internazionali.+

Secondo i termini del disegno di legge, la produzione di cannabis è autorizzata solo entro il perimetro stabilito dal regolamento. Pertanto, alcune attività legate alla cannabis – come l’importazione e l’esportazione di semi e piante, la creazione e il funzionamento di vivai, la coltivazione e la lavorazione della cannabis – sono soggette ad autorizzazione (della durata di 10 anni rinnovabile). I limiti riguardano anche l’esportazione di cannabis e dei suoi derivati, l’importazione di prodotti a base di cannabis, la commercializzazione e il trasporto di cannabis e dei suoi derivati. Solo gli adulti di nazionalità marocchina che sono membri di una cooperativa creata a questo scopo, secondo il disegno di legge osteggiato dal partito islamico, possono richiedere un’autorizzazione per la coltivazione della cannabis. Gli aspiranti produttori dovranno gestire appezzamenti situati all’interno del perimetro regolamentare ed essere proprietari del lotto oggetto della domanda, autorizzati dal suo proprietario o muniti di documento rilasciato dalle autorità amministrative locali che attesti il funzionamento di tale lotto.

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