“La Milano al termine della pandemia non sarà la stessa di prima, essa ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, ma appena concluso questo difficile periodo si ritornerà a respirare lo spirito internazionale che ha contraddistinto questa città in Italia e in Europa. L’importante è non perdere la speranza e la positività”. Lo dice ad Agenzia Nova il Console Generale della Repubblica di Bulgaria a Milano Tanya Dimitrova annunciando l’avvio del progetto “Io spero”: “Per diffondere questo messaggio di speranza rivolto davvero a tutti ho pensato di coinvolgere diverse personalità pubbliche per raggiungere un pubblico eterogeneo. Ciascun ‘ambassador di io spero’ in base alla propria sensibilità può diffondere un messaggio di speranza e resilienza che riflette la sua vita professionale e personale. Diversi volti noti di settori come quello economico, musicale, sportivo, culturale e universitario hanno evidenziato il loro entusiasmo e la loro volontà di prender parte a questa iniziativa”.
“Soprattutto nel difficile momento che stiamo vivendo – prosegue il Console – c’è una grande necessità di diffondere a tutti la speranza. Anche nell’ora più buia della vita di ciascuno di noi c’è una luce in fondo al tunnel che dobbiamo essere capaci di cogliere. In uno tra i più bui momenti della storia dell’umanità, riuscire a vedere questa luce di speranza è fondamentale per ciascuno di noi in quanto appartenente a una comunità di destino che il Covid, colpendo non tanto gli individui singolarmente, ma la società nel suo complesso, ha contribuito a creare”. “Sono arrivata a Milano nel 2018 – ricorda il console – e ho trovato una città ricca di opportunità e viva di eventi, teatri conferenze, gallerie d’arte”. Poi l’arrivo della pandemia. “I primi mesi sono stati complessi per il nostro Consolato, i cittadini bulgari erano disperati e sono arrivate numerose telefonate per chiedere informazioni e aiuto, inoltre abbiamo avuto dei problemi di trasporto con i camion al confine. Purtroppo troppo presto si è registrato il primo morto bulgaro a causa del Covid. Dopo un anno di pandemia percepisco la disperazione delle persone che hanno perso il lavoro e vivono situazioni difficili, l’arrivo della primavera mi sembra il giusto periodo per diffondere un progetto di speranza e positività per dare fiducia a tutti coloro i quali ne hanno bisogno”.
Da qui l’idea del progetto “Io spero”. “Un appello alla speranza in un tempo in cui molte cose non seguono la direzione che noi desideriamo – spiega la Console – potrebbe apparire scivoloso, non pragmatico o forse addirittura retorico. Abbiamo infatti attraversato momenti di sconforto, di incertezza e insicurezza a partire dalla nostra stessa salute, abbiamo dovuto rinunciare a una parte della nostra libertà individuale a favore del bene comune per fronteggiare un virus che ci ha colpiti come comunità e non sappiamo ancora quanto a lungo durerà tutto ciò”. In tutta la Lombardia ci sono più di 10mila cittadini bulgari, che svolgono diverse professioni e hanno trovato a Milano una loro seconda casa: “Loro – sottolinea il console Dimitrova – non chiedono nient’altro che lavorare, avere una sicurezza familiare e vivere in salute con i loro cari. Ci sono molte persone in difficoltà che noi, come Consolato, proviamo ad aiutare ogni giorno”.
“Nei primi tre mesi dallo scoppio della pandemia l’attività del consolato non si è mai fermata – sottolinea il console – abbiamo lavorato solamente per i casi urgenti. Nei successivi mesi l’attività del consolato è ripresa nel rispetto di tutte le disposizioni di protezione sul lavoro: distanziamento, mascherina, incontro dei cittadini italiani e bulgari solo su appuntamento. Gli incontri politici e istituzionali come Console Generale sono proseguiti: abbiamo realizzato tanti incontri con le camere di commercio ed effettuato cinque videoconferenze con gli imprenditori a esse afferenti e con Confindustria Bulgaria per rilanciare l’economia italiana e bulgara ed è in programma nei prossimi mesi di continuare con queste attività. Proseguono anche gli incontri istituzionali, per collegare i comuni italiani e bulgari facilitando la richiesta dei fondi europei, il primo collegamento creato è stato quello tra il Comune di Milano e la città di Sofia. Stiamo attualmente lavorando all’intitolazione di una via dedicata alla Bulgaria in un Comune. Abbiamo inaugurato tre targhe commemorative: la prima a Brunate (Co) dedicata alla poetessa bulgara Mara Belcheva, la seconda all’Università degli stranieri di Perugia dedicata al professor Katerin Katerinov e la terza a Modena al famoso cantante lirico bulgaro Nicolay Ghiaurov”.
“Io – racconta il console tornando sulla necessità di positività anche in questo momento particolare – sono generalmente una persona molto positiva, devo ammettere che, soprattutto all’inizio della pandemia, ero molto preoccupata per i miei cari e per tutte le persone che mi circondavano e soffrivano, ma non possiamo permettere che la nostra vita si blocchi. Dobbiamo avere come imperativo morale, sempre, ogni giorno quello di andare avanti con speranza per ricercare il benessere e la felicità. Per tentare di aiutare tutte le persone a raggiungere i loro obiettivi ed essere soddisfatti e quotidianamente felici, in Croazia ho scritto un libro intitolato ‘365 Oggi’. Ciascuno di noi affronta nel suo percorso periodi difficili, ma noi siamo venuti sulla Terra per non essere disperati e infelici, ma al contrario per trovare ogni giorno il modo di vivere bene ed essere felici e solo la speranza può permetterci di farlo”. Un ottimismo che il console vede anche per il futuro di Milano: “Io credo che lo spirito imprenditoriale di Milano non andrà perso al termine della pandemia, anzi al contrario ritengo che, appena concluso questo difficile periodo, si ritornerà a respirare lo spirito internazionale che ha contraddistinto questa città in Italia e in Europa. Credo che la Milano al termine della pandemia non sarà la stessa di prima, essa ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere: attraverso il distanziamento fisico, costringendoci a usare i dispositivi di protezione personale come le mascherine che credo dovremo usare ancora per un po’ di tempo, ma dobbiamo essere capaci di intravedere nel rischio delle opportunità. Abbiamo imparato molto velocemente ad usare strumenti tecnologici che le aziende potrebbero continuare ad impiegare anche al termine della pandemia”.
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