Sia la Corea del Nord che la Corea del Sud hanno violato l’armistizio sottoscritto al termine della Guerra di Corea, inviando velivoli senza pilota oltre il confine di fatto tra i rispettivi spazi aerei lo scorso dicembre. Lo ha affermato ieri il Comando delle Nazioni Unite in Corea, condannando di fatto come illegittime le misure di rappresaglia assunte da Seul a seguito degli sconfinamenti di droni nordcoreani. Il governo della Corea del Sud ha contestato la presa di posizione del Comando, affermando che l’invio di droni in Corea del Nord andrebbe considerato a tutti gli effetti un atto di “autodifesa”, e come tale non costituisce una violazione dell’accordo di armistizio.
Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, ha minacciato di porre fine all’accordo del 2018 tramite cui entrambe le Coree si sono impegnate a evitare attività militari ostili lungo il confine di fatto tra i due Paesi, nel caso Pyongyang violi ancora una volta lo spazio aereo sudcoreano. Lo ha riferito l’agenzia di stampa “Yonhap”, citando la portavoce del presidente, Kim Eun-hye. Yoon ha già criticato in più occasioni gli accordi inter-coreani sottoscritti nel 2018 dal suo predecessore, Moon Jae-in. L’avvertimento segue la violazione dello spazio aereo sudcoreano da parte di cinque droni da ricognizione della Corea del Nord, che il mese scorso ha causato forte imbarazzo nelle forze armate sudcoreane, rivelatesi non in grado di abbattere i velivoli senza pilota.
Gli Stati Uniti e la Corea del Sud stanno approntando una “risposta coordinata ed efficace” a un eventuale uso di armi nucleari da parte della Corea del Nord. Lo ha fatto sapere ieri la Casa Bianca attraverso il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. I presidenti Joe Biden e Yoon Suk-yeol, ha spiegato il portavoce, hanno ordinato ai rispettivi governi di “pianificare una risposta coordinata ed efficace a una serie di scenari, incluso l’uso del nucleare da parte della Corea del Nord”. Questo dopo che stamane l’ufficio di presidenza della Corea del Sud ha confermato Seul e Washington stanno conducendo colloqui in merito alla condivisione di informazioni e all’attuazione di “piani congiunti” col coinvolgimento degli asset militari statunitensi. La precisazione giunge poche ore dopo la smentita ufficiale del presidente Usa Joe Biden, secondo cui Washington non sta discutendo esercitazioni nucleari congiunte con Seul. “Alla domanda del giornalista il presidente Biden ha dovuto ovviamente rispondere negativamente”, ha commentato tramite una nota la portavoce del presidente sudcoreano, Kim Eun-hye. “Il termine ‘esercitazioni nucleari congiunte’ è utilizzato tra potenze nucleari”, ha aggiunto la portavoce, sottolineando che Seul non gode di tale status, e aggiungendo che i due Paesi alleati stanno discutendo “la pianificazione e l’attuazione congiunta di piani in relazione alle operazioni delle risorse nucleari statunitensi per rispondere alle armi nucleari della corea del Nord”.
Yoon ha dichiarato che la sua amministrazione ha avviato colloqui con gli Stati Uniti per ottenere da Washington un ruolo di maggiore centralità nell’attuazione della deterrenza nucleare nella Penisola coreana. “Anche se le armi nucleari appartengono agli Stati Uniti, la condivisione dell’intelligence, la pianificazione e l’addestramento dovrebbero essere effettuati congiuntamente”, ha dichiarato Yoon in una intervista pubblicata ieri dal quotidiano “Chosun Ilbo”. Le parole del presidente sudcoreano prefigurano un cambiamento significativo nella politica pluridecennale di deterrenza congiunta nei confronti della Corea del Nord. Secondo Yoon, la proposta è già stata ricevuta “positivamente” da Washington, e potrebbe concretizzarsi sotto forma di “pianificazione ed esercitazioni congiunte” tra le forze armate sudcoreane e le forze strategiche statunitensi. A detta del Capo dello Stato, l’attuale strategia basata sull'”ombrello nucleare” e sul principio di “deterrenza estesa” non costituisce più una garanzia sufficiente alla Corea del Sud, alla luce della nuova dottrina sulle armi atomiche annunciata nel fine settimana dalla Corea del Nord. Come ricorda la stampa sudcoreana, Stati Uniti e Corea del Sud hanno condotto a settembre i primi colloqui formali sulla deterrenza estesa da quattro anni a questa parte, concordando di cooperare più strettamente e di “esplorare nuove vie per rafforzare la prontezza dell’alleanza strategica”.
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha chiesto un “aumento esponenziale” dell’arsenale atomico del Paese, sostenendo in particolare che la Corea del Nord necessiti di avviare la produzione di massa di testate nucleari tattiche e di nuovi vettori balistici intercontinentali. Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale “Korean Central News Agency” (“Kcna”), al termine del Sesto incontro plenario allargato dell’Ottavo Comitato centrale del Partito del Lavoro, che si è tenuto alla fine di dicembre. Durante l’incontro, Kim ha presentato una nuova strategia nucleare per il contrasto della Corea del Sud, definendo quest’ultima “un nemico indiscusso” che, sotto la guida del presidente Yoon Suk-yeol, sarebbe “determinata a condurre un riarmo irresponsabile e pericoloso, e impegnata in mosse militari ostili per alimentare una postura conflittuale”. Secondo “Kcna”, nella sua nuova postura strategica Pyongyang affida ai missili balistici intercontinentali la “capacità di contrattacco nucleare rapido”: in questo contesto si inserirebbero gli sforzi del Paese per lo sviluppo di nuovi motori per razzi a propellente solido. In un documento pubblicato al termine dell’incontro della scorsa settimana, Kim afferma che il ruolo principale della forza nucleare nordcoreana è “la deterrenza e la salvaguardia della pace e della stabilità”, aggiungendo però che nel caso questa missione fallisca, alle armi atomiche verrebbe affidata una “seconda missione, che “non sarebbe di natura difensiva”. In risposta al resoconto dei media di Stato nordcoreani, il ministero della Difesa sudcoreano ha ribadito in una nota che qualunque tentativo del Nord di utilizzare armi atomiche segnerebbe “la fine del regime di Kim Jong-un”.
Durante l’incontro di partito, Kim Jong-un ha illustrato i nuovi obiettivi militari annuali per le forze armate del Paese, anticipando così un altro anno scandito da test balistici e tensioni con i Paesi vicini. Durante l’incontro, Kim ha fatto il punto della “difficile situazione” nella Penisola coreana e del quadro politico più generale, fornendo l’indirizzo della “lotta contro il nemico” e per il rafforzamento delle capacità di difesa del Paese. Il leader nordcoreano “ha specificato che i principi degli affari esteri e la direzione della lotto contro il nemico cui il nostro partito e il nostro governo dovranno attenersi per proteggere i diritti di sovranità e difendere gli interessi nazionali”, afferma l’agenzia di stampa “Korean Central News Agency” (“Kcna”), che però non ha fornito ulteriori dettagli in proposito.
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