Via libera del consiglio di amministrazione di Unicredit alla lista per il nuovo board: durante la riunione di ieri, il Cda ha approvato all’unanimità 11 nominativi sul totale dei 13 membri che formeranno il futuro consiglio, nel rispetto dello Statuto che prevede la nomina di due componenti tratti dalla lista di minoranza che avrà ottenuto il maggior numero di voti. La lista è guidata da Pier Carlo Padoan e Andrea Orcel, che ricopriranno rispettivamente l’incarico di presidente e amministratore delegato dell’istituto, e vede confermati Lamberto Andreotti, Elena Carletti, Beatriz Lara Bartolomè, Maria Pierdicchi e Alexander Wolfgring. Si aggiungono poi Jayne-Anne Gadhia, Jeffrey Hedberg (attuale amministratore delegato di Wind Tre), Luca Molinari e Renate Wagner, mentre escono l’ex presidente Cesare Bisoni, Stefano Micossi, Diego De Giorgi e Sergio Balbinot. Si riduce da 14 a 13, quindi, il totale dei componenti del consiglio di amministrazione che guiderà l’istituto per i prossimi tre anni, con una lista che, si legge in una nota, “valorizza il profilo internazionale del Cda, riflette una particolare attenzione alla diversità in tutte le sue declinazioni a partire dal genere (il 45 per cento dei consiglieri è del genere meno rappresentato), ed è espressione di un rinnovato focus sulle tematiche legate a tecnologia e sostenibilità”.
Un altro, importante passo in vista dell’assemblea del prossimo aprile, che inizia già a definire le priorità che caratterizzeranno la strategia dell’istituto nel prossimo futuro: dal digitale all’innovazione, fino ad arrivare alla sostenibilità, alla diversità e all’inclusione. Rimangono gli interrogativi riguardo possibili operazioni di M&A e in particolare relativamente ad un matrimonio con Monte dei Paschi di Siena: un’opzione che contribuirebbe sicuramente a risollevare la banca toscana, ma che non sarebbe vista di buon occhio da azionisti di peso di Piazza Gae Aulenti, tra cui Leonardo Del Vecchio. Vola in Borsa, intanto, il titolo di Unicredit, che ha chiuso in rialzo del 2,52 per cento: un incremento importante, con il titolo che si attesta per la prima volte sopra i nove euro (a 9,04) per la prima volta dopo le dimissioni dell’ex amministratore delegato, Jean Pierre Mustier.
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