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Pd, Schlein: “Lavoriamo per l’unità, riaprire subito il tesseramento”

Letta al passaggio di consegne: "Voglio regalare ad Elly il melograno che è simbolo di prosperità, fortuna e salute, ciò che il nostro partito con Elly sicuramente avrà”

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E’ durata quasi due ore la prima volta di Elly Schlein al Nazareno da segretaria del Partito democratico. All’indomani dal voto delle primarie, colei che è stata chiamata a guidare il partito con oltre il 53 per cento delle preferenze, ha varcato la soglia della sede nazionale per il passaggio di consegne, informale, con il segretario uscente, Enrico Letta. Una stretta di mano, uno scambio di battute con i dipendenti prima di un faccia a faccia, durato oltre mezz’ora. Il tutto al riparo dagli occhi di cronisti e operatori, cui invece la segretaria ha rivolto alcune parole al termine della visita in quello che sarà il suo ufficio. Da qui lavorerà innanzitutto per la riapertura del tesseramento e per l’unità del partito, senza però rinunciare ad una linea politica chiara. Linea politica, ben inteso, che è quella uscita ieri dal responso dei gazebo. “Da subito – ha scandito dinanzi ai giornalisti – lavoreremo per la massima unità: sentiamo la responsabilità di tenere insieme questa vitale e vivace comunità democratica” e di “tenere insieme le culture che hanno forgiato il partito. Dobbiamo lavorare tutti e tutte per rilanciarlo”, ma la linea deve essere “chiara e comprensibile”.

Dai gazebo, secondo la neo segretaria, arriva però anche un altro messaggio: la voglia di partecipazione. Non a caso, uno dei primi passi annunciato è la più riapertura del tesseramento nel più breve tempo possibile: “Ci arrivano tanti messaggi ed è giusto aprire affinché il popolo delle primarie possa entrare pienamente nella comunità democratica. Ne abbiamo bisogno e c’è tanta voglia di ricostruire insieme”. In attesa di vedere le prime mosse concrete della segretaria, la sua elezione ha creato non pochi smottamenti all’interno del Partito e nel fronte, diviso, dell’opposizione. Chi ha già annunciato il suo addio al Nazareno, a poche ore dal risultato, è stato Giuseppe Fioroni, uno dei fondatori del Partito, che oggi è diventato “distinto e distante da quello che avevamo fondato, che metteva insieme culture politiche diverse, dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari, la Margherita. Oggi – ha incalzato annunciando l’addio – il Pd diviene legittimamente un partito di sinistra che nulla ha a che fare con la nostra storia”. Dubbi anche da parte del sindaco di Bergamo, e voce influente fra i democratici, Giorgio Gori, che attende di vedere come si muoverà la nuova segretaria. Due le strade: “Può decidere di radicalizzare il Pd e farne un partito di istanze e battaglie identitarie – ma non di governo – oppure tenere insieme e valorizzare le diverse anime del centrosinistra, superare i settarismi, coniugare passione politica e concretezza. L’auspicio di Gori e che “scelga questa seconda strada”.

Chi sembra vedere un vantaggio in termini elettorali dopo la vittoria di Elly Schlein è il leader del Terzo polo, Carlo Calenda, che “apre le porte” del nuovo soggetto politico moderato che ha in mente a coloro che non si ritrovano in uno schema che vede “Partito democratico e Movimento cinque stelle su posizioni populiste radicali. È dal Terzo polo – ha scandito in mattinata – che rappresenta riformisti, liberal democratici e popolari che partirà un cantiere aperto e inclusivo per arrivare a un partito unico”. Partirà invece il prossimo 12 marzo il nuovo corso del Partito democratico con la proclamazione ufficiale della segretaria nel corso dell’Assemblea nazionale.


 

Chi è Elly Schlein

Esponente dell’ala movimentista del partito – “senza la base, scordatevi le altezze” è il suo slogan – Schlein è fautrice della svolta a sinistra: a favore del reddito di cittadinanza, del salario minimo, per l’abolizione del Jobs act renziano e per l’introduzione delle green tax. Sostenitrice della sanità pubblica – in queste ultime settimane si è battuta contro l’autonomia differenziata – Schlein punta su un cartello progressista con il movimento Cinque Stelle, allontanando la comunità democratica dai riformisti di Carlo Calenda e Matteo Renzi.  Deputata democratica – si è dimessa dalla carica di vicepresidente dell’Emilia-Romagna dopo l’elezione a Montecitorio – la nuova segretaria dem vuole rifondare il Pd dalle fondamenta: “Giustizia sociale e climatica? Sono inscindibili”, è la risposta che Schlein consegna ai giornalisti più di frequente. Nella sua mozione – si chiama “Parte da noi” – c’è tanta giustizia sociale ma non mancano riferimenti al cavallo di battaglia: i diritti civili. Sull’interruzione volontaria di gravidanza Schlein propone il superamento della legge 194 attraverso la garanzia di medici non obiettori.

Giovane e di buona famiglia – lei è una ragazza classe 1985 laureata in giurisprudenza, i genitori sono entrambi professori universitari – Elly Schlein ha triplice cittadinanza: svizzera, italiana e statunitense. Inizia la sua carriera politica partecipando alla campagna elettorale di Barack Obama negli Stati Uniti. Nel 2013 anima la mobilitazione di ‘Occupy PD’: l’occupazione di alcune sedi democratiche da parte dei giovani dem contro le scelte governiste dei vertici. All’opposizione della segreteria di Matteo Renzi, Schlein esce dal Pd e continua le sue battaglie con il rottamatore di sinistra Giuseppe Civati. Appassionata di cinema ma riservata sulla sua vita privata, qualche hanno fa in un’intervista televisiva disse “di aver amato molti uomini e molte donne” Ha una compagna che, dice, “non è un personaggio pubblico e non vuole diventarlo”.

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