L’Honduras ha rotto le sue relazioni diplomatiche con Taiwan, in corso da 82 anni, a favore di una relazione stabile con la Cina. Il governo honduregno, si legge in una nota del ministero degli Esteri, “riconosce l’esistenza di una sola Cina al mondo”, precisa che il governo della Repubblica popolare cinese è “l’unico governo legittimo” in grado di rappresentare “tutta la Cina”, e conclude che “Taiwan è una parte inseparabile del territorio cinese”.
Il governo honduregno ha quindi detto di aver notificato a Taipei la sua decisione e che non tornerà sui suoi passi, negando la possibilità di ristabilire una qualsiasi relazione o contatto ufficiale con l’isola. Poco dopo l’annuncio dell’Honduras, la Cina ha annunciato che stava aprendo legami con Tegucigalpa, mentre Taipei ha accusato Pechino di usare la “coercizione e l’intimidazione” per attrarre nella sua orbita i pochi alleati rimasti a Taiwan. La rottura delle relazioni diplomatiche da parte dell’Honduras riduce la lista degli alleati dell’isola a soli 13 Paesi. Dall’entrata in carica della presidente Tsai Ing-wen, nel 2016, otto Paesi (Burkina Faso, Repubblica Dominicana, El Salvador, Kiribati, Nicaragua, Panama, Sao Tome e Principe e Isole Salomone), hanno già trasferito il riconoscimento diplomatico a Pechino, che rivendica l’isola autogovernata come parte del territorio nazionale.
La decisione del governo honduregno era stata anticipata il 23 marzo dal ministro degli Esteri taiwanese, Joseph Wu, il quale in un’audizione parlamentare aveva dichiarato che le relazioni diplomatiche tra Taiwan e l’Honduras erano entrate nello “stadio finale”. Dopo che la presidente dell’Honduras, Xiomara Castro, ha espresso l’intenzione di trasferire il riconoscimento diplomatico da Taipei alla Cina, il capo della diplomazia taiwanese ha accusato Pechino di corrompere funzionari governativi stranieri per attrarre gli alleati diplomatici di Taipei, una pratica che “non ha nulla a che vedere con il benessere delle popolazioni” dei suddetti Paesi. Le parole di Wu giungevano anche all’indomani della partenza di una delegazione dell’Honduras guidata dal ministro degli Esteri Eduardo Enrique Reina alla volta di Pechino.
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