Tensioni, qualche disordine, petardi e alcune persone fermate dalla polizia. Si ipotizzano due feriti, anche se non sono stati ancora confermati. Questo il bilancio della manifestazione avvenuta ieri a Roma a sostegno dell’anarchico Alfredo Cospito e contro il 41 bis, regime a cui è sottoposto lo stesso Cospito e contro il quale è in sciopero della fame. Alcune centinaia di militanti si sono radunati intorno alle ore 15 a piazza Vittorio. Ad animare la manifestazione la musica riprodotta dalla casse audio installate su un furgone, dove è stata attaccata una bandiera raffigurante due mani che spezzano delle catene.
Inoltre, al microfono si alternano gli interventi dei dimostranti. Nel corso del presidio, c’è stato anche un collegamento telefonico con la manifestazione che si stava tenendo davanti al carcere di Opera, dove è detenuto Cospito. Alcuni striscioni sono stati inizialmente appesi ai cancelli del parco della piazza, con scritto: “Il carcere uccide” e “contro padroni e stato di polizia, solidarietà con chi si ribella”. E ancora: “Lo stato tortura, con Alfredo, contro 41 bis ed ergastolo”. Un altro striscione bianco con scritte nere e rosse, tenuto da alcuni manifestanti, recita: “Al fianco di Alfredo, contro 41 bis ed ergastolo ostativo”. Alcuni cartelli sono stati appesi al furgone: “Giornalisti sciacalli”, “Stato assassino”, “terrorista è lo stato”. Altre persone reggono cartelli con scritto “Libertà per tutti i rivoluzionari prigionieri”, e bandiere del Carc, partito del comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo.
Dopo un primo presidio in piazza, durante il quale ci sono stati degli interventi al megafono e un collegamento telefonico con la manifestazione in corso davanti al carcere di Opera a Milano, i manifestanti hanno imboccato via Principe Eugenio. “Abbiamo un presidente della Repubblica in odore di mafia”, ha detto un militante al microfono. “Abbiamo un primo ministro da cui sono usciti i più efferati assassini, è dalla famiglia della Meloni che escono gli assassini di piazza Fontana, e ora – ha concluso – stanno assassinando Alfredo, che è gente nostra, è uno di noi”. Dalla folla si sono alzati diversi cori: “Fuori Alfredo dal 41 bis”, “Pagherete tutto, pagherete caro”, “Se Alfredo muore bandiere nere al vento, se muore un compagno ne nascono altri cento”, hanno urlato, a più riprese, i dimostranti.
In via Principe Eugenio, dalle finestre dei palazzi si sono affacciate alcune persone alla finestra, mente i negozi della via chiudevano, o erano già chiusi, al passaggio del corteo. Una volta arrivati in via Prenestina, da piazza di Porta Maggiore, sono iniziate le prime tensioni tra anarchici e forze dell’ordine. Un gruppo di dimostranti, staccatosi dal corteo principale, ha lanciato bottiglie e fumogeni contro un cordone delle forze dell’ordine e blindati messi a protezione di una concessionaria in zona Porta Maggiore. Su via Prenestina, il gruppo di manifestanti, a volto coperto e in coda al corteo, ha commesso diversi atti vandalici, danneggiando una macchina della vigilanza privata, incendiando una cabina elettrica con dei fumogeni e danneggiando una fermata dell’autobus. Inoltre, sono stati esplosi alcuni petardi e dei cassonetti dell’immondizia sono stati gettati in mezzo alla carreggiata.
Alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia, a seguito dei disordini. Secondo quanto si apprende, i fermati sono stati portati in Questura per essere identificati e la loro posizione sarà valutata nelle prossime ore. Ci sarebbero anche due feriti. “Abbiamo avuto conferma che ci sono stati tre fermati e un due feriti”, ha affermato un manifestante dal microfono. Il corteo, da via Prenestina, è arrivato all’altezza di via Portonaccio. “In attesa di sapere che è successo restiamo qui, dopodiché il corteo verrà sciolto”.
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