Il Sudan proporrà al nuovo presidente di turno dell’Unione africana, il congolese Felix Tshisekedi, di formare una squadra quadripartita per mediare nei colloqui in stallo sulla Grande diga della rinascita etiope (Gerd). La richiesta, secondo quanto riferisce il quotidiano “Sudan tribune”, sarà avanzata nel corso di una visita a Khartum da parte di una delegazione congolese guidata da Alphonse Ntumba Luaba, coordinatore per la presidenza congolese dell’Ua.
“Il governo sudanese spera che il presidente della Repubblica democratica del Congo, Felix Tshisekedi, persuaderà l’Etiopia e l’Egitto ad accettare una mediazione quadripartita che includa l’Unione africana, l’Unione europea e gli Stati Uniti oltre alle Nazioni Unite”, ha detto al “Sudan Tribune” un alto funzionario del governo sudanese, aggiungendo che l’Unione africana, sotto la presidenza del Sudafrica, non è riuscita finora a compiere progressi tangibili nei colloqui e non è riuscita a portare l’Etiopia a coordinarsi con il Sudan per la prima fase di riempimento della diga nel luglio 2020. Il governo sudanese sostiene che dovrebbero essere compiuti rapidi progressi nei colloqui prima dell’inizio della seconda fase di riempimento, prevista nel prossimo luglio per una quantità prevista di circa 13,5 miliardi di metri cubi. La prima fase del riempimento, per circa 4,9 miliardi di metri cubi, ha interessato le stazioni di acqua potabile di Khartum.
Prima di arrivare a Khartum, Luaba ha tenuto colloqui al Cairo con la delegazione del governo egiziano guidata dal ministro degli Esteri, Sameh Soukry. Parlando alla stampa dopo l’incontro, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Hafez, ha riferito che il ministro Shukri ha espresso il suo sostegno alla proposta sudanese di una mediazione quadripartita. “Il ministro Shoukry ha discusso con la delegazione congolese la proposta sudanese, sostenuta dall’Egitto, di sviluppare il meccanismo di negoziazione della diga attraverso la formazione di un quartetto internazionale comprenda, oltre all’Unione africana, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e le Nazioni Unite”, ha detto Hafez, aggiungendo che la mediazione multilaterale funzionerà sotto gli auspici del presidente Tshisekedi. In precedenza l’Egitto si era opposto alla mediazione dell’Unione africana e agli sforzi sudanesi per assegnare agli esperti africani un ruolo guida nel processo. L’Unione europea e gli Stati Uniti sono già coinvolti nel processo in qualità di osservatori. Gli osservatori ritengono che sia necessario un maggiore ruolo internazionale nel processo dopo il deterioramento delle relazioni tra Sudan ed Etiopia. Inoltre, l’Etiopia ha accusato l’Egitto di aizzare le tensioni al confine con il Sudan al preciso scopo di ostacolare il processo di mediazione.
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