Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, in una intervista al “Corriere della Sera” spiega cosa succede nella maggioranza. Ieri in Aula spiccava l’assenza dei ministri leghisti. “In realtà, anche se arrivati un po’ in ritardo, erano presenti in Aula il ministro Calderoli, il ministro Valditara e la ministra Locatelli. Quindi direi che non succede nulla di strano. Non c’è nessun caso”. C’è però la sensazione di freddezza o di differenza di posizioni su alcuni temi, dall’Ucraina, con le dichiarazioni del capogruppo Romeo, all’immigrazione. “Non c’è mai stato un fronte aperto con Forza Italia e non c’è un fronte aperto con la Lega. Per quanto ci riguarda la cosa che conta davvero sono i voti in Parlamento sulle risoluzioni e su questo la maggioranza è sempre compatta e si esprime in modo univoco. A differenza delle opposizioni che hanno presentato ben quattro risoluzioni una diversa dall’altra”.
A Bruxelles Meloni chiederà aiuto sui migranti, ma di fatti se ne vedono pochi. Il tema è l’ultimo punto nell’agenda del vertice: “La notizia – osserva il ministro – è che il punto è nell’agenda del Consiglio, questa è una vittoria del governo. L’immigrazione è diventata un tema di vera rilevanza europea da quando il presidente Meloni ha posto il problema con forza e determinazione. La Commissione europea ha più volte dimostrato, attraverso varie dichiarazioni sia di Ursula von der Leyen sia di altri commissari, di aver compreso la portata della sfida che sta sostenendo l’Italia e che non possiamo più essere lasciati da soli ad affrontarla. L’Italia non può diventare il campo profughi d’Europa”. Un buon risultato da portare a casa sarebbe “la presa d’atto politica che per fare in modo che tragedie come quella di Cutro non si ripetano è necessario fermare le partenze illegali e i trafficanti di esseri umani. Che serve un piano straordinario europeo per l’Africa, un ‘piano Mattei’ per garantire innanzitutto il diritto a non emigrare. Il decreto che abbiamo varato va in questa direzione, ma punta anche a una immigrazione regolare”. “Abbiamo, dopo anni, riproposto finalmente un decreto flussi che è su base triennale. Non devono essere gli scafisti – conclude Ciriani – a decidere chi può arrivare nel nostro Paese”.
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