Gli Stati Uniti intendono rafforzare il loro deterrente balistico convenzionale contro la Cina, installando una rete di batterie di missili guidati lungo la cosiddetta “prima catena di isole” (“First Asian Chain”): l’arco insulare e arcipelagico che si dirama al largo della costa continentale est-asiatica, dalle isole Curili, a nord del Giappone, sino a Taiwan, alle Filippine settentrionali e al Borneo. Lo riferisce il quotidiano “Nikkei”, secondo cui il progetto è al centro della cosiddetta “Iniziativa di deterrenza del Pacifico” (“Pacific Deterrence Initiative”) presentata al Congresso federale degli Stati Uniti dal Comando per l’Indo-Pacifico. Il piano prevede una spesa complessiva di 27,4 miliardi di dollari entro i prossimi sei anni.
Il documento presentato al Congresso afferma che “il principale pericolo per il futuro degli Stati Uniti continua ad essere una erosione della deterrenza convenzionale. In assenza di un deterrente convenzionale valido e convincente, la Cina continuerà ad assumere azioni per soppiantare gli interessi degli Stati Uniti nella regione e a livello globale”. Il documento presentato al Congresso avverte che “di pari passo con un equilibrio militare sempre più sfavorevole nell’Indo-Pacifico, gli Stati Uniti accumulano ulteriori rischi che potrebbero spingere gli avversari a tentare modifiche unilaterali dello status quo”. La Cina considera le acque tra le proprie coste orientali e la prima catena di isole come prima linea di difesa, e punta a conseguire una presenza militare esclusiva entro tale area geografica.
Pechino punta anche a negare l’accesso degli Stati Uniti alla cosiddetta “seconda catena di isole” nel Pacifico Occidentale, dal Giappone sud-orientale a Guam e all’Indonesia. Il Comando per l’Indo-Pacifico ha presentato al Congresso una proposta di bilancio per gli anni fiscali dal 2022 al 2027; per il prossimo anno, il Comando ha richiesto fondi pari a 4,7 miliardi di dollari: una cifra più che doppia rispetto ai fondi assegnati alla Difesa Usa in quella regione per quest’anno (2,2 miliardi di dollari), e prossima ai 5 miliardi di dollari destinati ogni anno dagli Usa al contenimento militare della Russia.
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