Fu una rete di ex nazisti in Germania a permettere al capitano delle SS Alois Brunner (1912-2001 o 2010) di evitare l’arresto. È quanto riferisce il quotidiano “Bild”, sulla base degli atti delle indagini delle procure di Francoforte sul Meno e Colonia su uno dei principali collaboratori del tenente colonnello delle SS Adolf Eichmann (1906-1962) nello sterminio degli ebrei in Europa. Dopo la fin della Seconda guerra mondiale, Brunner fuggì a Damasco dove, con lo pseudonimo di Georg Fischer, divenne “consulente per le questioni ebraiche” del governo siriano. Inoltre, il criminale nazista lavorava come rappresentante di diverse aziende europee. Con Otto Ernst Remer (1912-1997), già generale dell’esercito tedesco, Brunner era alla guida della Orient Trading Company (Otraco), azienda per le esportazioni che contrabbandava armi in Medio Oriente e in questa veste viaggiava tra Damasco, Il Cairo e Beirut. Protetto dalle autorità della Siria, l’ex capitano delle SS non poteva essere arrestato nella capitale di questo Paese. Nel 1961, il ministero della Giustizia tedesco tentò quindi di far catturare Brunner a Beirut per estradarlo in Germania.
Tuttavia, l’arresto del ricercato venne impedito “soprattutto” dal ministero degli Esteri di Bonn con ritardi nelle necessarie procedure. Come nota “Bild”, Brunner poteva contare sulla protezione di “vecchi camerati” in Germania Ovest. Tra gli altri, si tratta di Rudolf Vogel (1906-1991), deputato dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) dal 1949 al 1964 nonché rappresentante permanente della Repubblica federale tedesca presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) dal 1964 al 1968. Vogel conosceva Brunner da quando era inviato come corrispondente di guerra a Salonicco, da dove nel 1943 il capitano delle SS fece deportare 50 mila ebrei. Nato nel 1912 a Rohrbrunn nell’allora Austria-Ungheria, Brunner è deceduto nel 2001 o nel 2010 a Damasco.
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