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Gas, Centemero (Lega) a Nova: “Con Eastmed l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista”

E’ quanto sottolinea il deputato della Lega, e componente della commissione Finanze di Montecitorio, sul perché la Germania non importi ancora più gas dall’Italia rispetto a quanto fatto finora, puntando piuttosto sulla realizzazione di un gasdotto con la Spagna e non favorendo, insieme al nostro Paese, la costruzione del gasdotto Eastmed

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Certamente c’è un intreccio di interessi tale, ampio, che coinvolge non solo la Germania, ma il sistema degli operatori del Vecchio Continente e transatlantici nel complesso scacchiere delle infrastrutture energetiche. Ma con Eastmed l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista. E’ quanto sottolinea ad “Agenzia Nova” il deputato della Lega, e componente della commissione Finanze di Montecitorio, Giulio Centemero, sul perché la Germania non importi ancora più gas dall’Italia rispetto a quanto fatto finora, puntando piuttosto sulla realizzazione di un gasdotto con la Spagna e non favorendo, insieme al nostro Paese, la costruzione del gasdotto Eastmed. “Si tratta di un tema che per ricevere una risposta esaustiva richiederebbe un trattato di geopolitica. Ricostruiamo il quadro generale e limitiamoci ai fatti – aggiunge il parlamentare, appena rieletto sempre per la Lega alla Camera alle ultime elezioni Politiche dello scorso 25 settembre -. Il gasdotto MidCat, che collega la Spagna e la Francia attraverso i Pirenei, è stato indubbiamente ravvivato dalla crisi del gas causata dalla guerra della Russia in Ucraina: l’obiettivo è trasportare attraverso i Pirenei in Francia, e poi in Germania, il gas che arriva dal Nordafrica, e da otto terminal Gnl in Spagna e Portogallo, terminal oggi più che mai strategici per l’import di shale gas statunitense”.


“La Francia di Emmanuel Macron – spiega – non è favorevole al MidCat e cioè all’infrastruttura che permetterebbe a Madrid di fornire gas direttamente alle imprese tedesche e ridurre la dipendenza dalla Russia. I transalpini non vorrebbero essere un semplice Paese di transito per il gas proveniente dalla Spagna, ma esportare in Germania il gas trattato dai suoi quattro rigassificatori e, in un futuro non troppo lontano, vendere l’idrogeno prodotto dalle sue centrali nucleari. Nonostante gli appelli dello stesso governo francese a reagire con ‘solidarietà europea e sobrietà energetica’ allo stop del gas dalla Russia, Parigi continua ad opporsi al progetto di gasdotto che potrebbe mettere in sicurezza ed autonomia le grandi industrie energivore della Germania, e per questo infrastruttura temibile, competitor per lo sbocco della sua produzione nazionale. In altri termini – sottolinea Centemero – il progetto andrebbe principalmente a beneficio della Germania, mentre la Francia non ha alcun interesse a costruirlo né a farlo passare per il proprio territorio, essendo un Paese produttore di energia nucleare: di qui la contrarietà di Parigi”. Nella sua analisi, Centemero va oltre: “La Spagna, con l’attuale governo di Pedro Sánchez, punta a divenire invece un hub energetico e resuscitando il MidCat con il principale sponsor nel cancelliere tedesco Olaf Scholz, ritiene, a suo dire, che il progetto allevierebbe la congestione dei porti del Nord Europa, permettendo all’Ue di beneficiare di una piattaforma logistica situata a sud di Lisbona. Su tale tema, la Spagna ha il totale sostegno del primo ministro portoghese Antonio Costa che definisce il progetto ‘una priorità’ per il Continente. In tale contesto – spiega l’esponente leghista – si collocano le sorti dell’Eastmed, il progetto che attraverso i 1.900 chilometri di condutture sottomarine e connessioni terrestri via Cipro, Creta, Grecia ed Italia (nel nostro caso grazie a tubature già esistenti), porterebbe in Europa il gas offshore dei ricchi giacimenti israeliani, egiziani e ciprioti situati nelle acque del Mediterraneo orientale: questo grazie alla IGI Poseidon, joint venture tra la società greca Depa e la Edison e grazie ad un progetto di gasdotto gestito dall’italiana Eni, dalla francese Total e dalla statunitense Chevron”.

Per quanto concerne gli Stati Uniti di Joe Biden, prosegue Centemero, “non sembrano più intenzionati ad offrire sostegno all’Eastmed, invitando gli europei coinvolti nel progetto a sostituirlo con alternative regionali come la costruzione di terminal Gnl per lo shale gas statunitense (sul modello dei nuovi rigassificatori di Alessandropoli in Grecia) e lo sviluppo dei cavi interconnettori EuroAfrica ed EuroAsia per la fornitura di elettricità tra Egitto, Cipro, Grecia ed Europa e tra Israele, Cipro ed Europa. Contraria ad Eastmed è sempre stata la Turchia, perché il progetto ridurrebbe il suo ruolo di intermediario energetico tra l’Europa e il Medio Oriente: non è un caso che molti giudicano la scelta degli Stati Uniti come un regalo ad Ankara e questo perché, se realizzato, EastMed rafforzerebbe la leva energetica di Egitto ed Israele nei confronti di Ankara, importatore netto di idrocarburi approvvigionati soprattutto dalla Russia attraverso Turkish Stream e Blue Stream. In altri termini, nell’ottica americana, i tesori energetici del Mediterraneo devono contribuire a rafforzare i rapporti economici e politici tra alleati e partner nella regione, non generare instabilità ed aggravarne le storiche rivalità geopolitiche”. Dal canto suo, Atene “invece ha sì offerto sostegno a Eastmed, ma ha anche preso in considerazione infrastrutture alternative più fattibili dal punto di vista tecnico e più economiche, considerando la sua natura di non un produttore, ma puntando anch’essa a divenire un importante hub di transito, ruolo che avrà a prescindere dalla progettualità scelta (gasdotto o interconnettore elettrico) – osserva ancora il deputato della Lega -. Certamente la posizione dell’Eliseo ha effetti per l’Italia, visto che come piano alternativo Madrid guarda ora in direzione di Livorno. A maggio di quest’anno Snam ha siglato con la spagnola Enagas l’accordo per lo studio di un progetto di gasdotto marino che colleghi Spagna e Italia; la realizzazione di un gasdotto sottomarino tra Barcellona e Livorno, progettato anche per il trasporto di idrogeno, richiederebbe però per la sua realizzazione molto tempo, circa sei anni secondo l’operatore spagnolo Enagas, ed una cifra di 3 miliardi di euro, sebbene provenienti dal piano REpowerEu. Livorno, dunque – conclude Centemero – potrà di diventare lo sbocco più accreditato e nuovamente la soluzione ai problemi infrastrutturali”.

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