La Russia utilizza in Ucraina i militari del dissolto Esercito nazionale afgano addestrati dalla Nato e fuggiti in Iran dopo il ritorno al potere dei talebani nell’agosto del 2021. Lo confermano ad “Agenzia Nova” fonti afgane. Si tratta di un bacino che va dai 20 mila ai 30 mila militari afgani deli varie forze armate che hanno trovato rifugio nel Paese degli ayatollah. La campagna di reclutamento, favorita dall’Iran, sarebbe in corso da almeno otto mesi ed è condotta dalla compagnia paramilitare russa Wagner. Lo stesso fondatore del gruppo paramilitare Yevgeny Prigozhin, in un messaggio sul suo profilo Telegram, aveva parlato di un’unità di artiglieria composta da afgani in grado di utilizzare obici M-777 statunitensi e sistemi missilistici anticarro Javelin, armamenti in dotazione all’esercito dell’Ucraina e catturati in battaglia. “Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, la classe dirigente delle forze di sicurezza afgane, in particolare molti generali e comandanti, sono riusciti a trasferirsi nei Paesi Nato. Tuttavia, i gradi intermedi e la truppa sono rimasti in Afghanistan, venendo perseguitati dai talebani. Non avendo la possibilità di fuggire negli Usa o in Europa, migliaia di ex militari addestrati dalle forze Nato hanno varcato i confini, rifugiandosi in Iran e in Pakistan”, spiegano le fonti di “Agenzia Nova”.
In base alle stime fornite dalle fonti consultate da “Nova“, nella Repubblica islamica vi sarebbero dai 20.000 ai 30.000 militari, molti dei quali appartenenti ai commando dell’Esercito afgano che avevano ricevuto un addestramento altamente qualificato dalle forze Nato, e vari ex appartenenti alle forze speciali della polizia afgana. L’Iran vanta una certa esperienza nell’impiego di cittadini afgani in teatri di guerra. Un esempio è la brigata Liwa Fatemiyoun, costituita nel 2014 dai Guardiani della rivoluzione iraniana (i cosiddetti pasdaran) utilizzando le migliaia di rifugiati afgani sciiti di etnia hazara residenti in Iran, impiegata per combattere in Siria al fianco delle Forze armate del governo di Damasco. Al pari dei rifugiati civili, i militari afgani si sono trovati in Iran senza alcun tipo di sostentamento, vedendo come unica alternativa al sostegno delle proprie famiglie il reclutamento come mercenari. I contatti tra l’Iran e la Russia su questo dossier sono iniziati otto mesi fa, con alcune indiscrezioni diramate sui social network, negate in un primo tempo dalla Russia, relative a un primo gruppo di militari altamente addestrati impiegato nella guerra in Ucraina. “Quel processo è poi proseguito”, rivelano le fonti, ricordando che la Russia ha addestrato in questi anni molti ufficiali della polizia della Repubblica dell’Afghanistan: sarebbero stati proprio gli esponenti delle forze di sicurezza interna ad essere impiegati per primi in teatro ucraino.
“Il processo è in corso, ma è condotto con molta cautela. I russi cercando le persone più esperte in base a esigenze specifiche”, osservano le fonti di “Nova“, precisando che i “colloqui di lavoro” avvengono in base alle specifiche capacità dei militari afgani, con l’obiettivo di sfruttare al meglio la loro conoscenza delle tattiche e degli armamenti Nato in dotazione alle forze ucraine. “Per ora non siamo ancora un reclutamento di massa dei militari afgani, ma questa eventualità di potrebbe concretizzare molto presto. I militari afgani non hanno nulla da perdere. Gli stipendi offerti vanno dai 1.500 dollari ai 2.000 dollari e prevedono la concessione di un permesso di soggiorno di lungo periodo per loro e per le famiglie dopo un anno di permanenza all’interno di queste compagnie di sicurezza”, rivelano le fonti a “Nova”.
I militari che si trovano in Iran, Pakistan, ma anche in altri Paesi come la Turchia, fanno lavori umili per pochi dollari al giorno, senza alcuna garanzia di futuro e di sostentamento per le proprie famiglie, portandoli ad accettare senza molte altre possibilità un’offerta come quella della compagnia di mercenari russa. “Con un costo irrisorio, la Russia può impiegare militari professionisti con una esperienza elevatissima. I russi erano disposti a cercare queste persone in giro per il mondo, ma se li trovano praticamente davanti alla porta di casa”, sottolineano ancora le fonti consultate da “Nova“. “L’Iran ultimamente ha facilitato il loro ingresso nel Paese. Prima era molto difficile e ci volevano diverse settimane per avare un visto per un militare che decideva di passare il confine. Ora le autorità iraniane impiegano poco più di 24 ore per consegnare i documenti. Una volta entrati in Iran, i Guardiani della rivoluzione islamica individuano le persone e avviano il processo di cernita in base alle richieste di Mosca”, sottolineano le fonti.
Gli ex militari del dissolto Esercito nazionale afgano fuggiti in Iran appartengono non solo alle forze di terra, ma anche all’Aeronautica. Inoltre, sono di diverse componenti etniche e religiose, quindi anche molti pashtun (l’etnia a cui appartengono anche i talebani e maggioritaria in Afghanistan). Infatti, come sottolineato dalle fonti di “Nova”, dopo la loro salita al potere, i talebani hanno perseguitato in modo indistinto tutti gli appartenenti alle Forze armate della dissolta Repubblica islamica, a differenza dei funzionari e dei politici del dissolto governo di Kabul di etnia pashtun reintegrati in parte nella società e a cui è permesso uscire dal Paese.
In due decenni di permanenza in Afghanistan, gli Stati Uniti hanno speso oltre 81 miliardi di dollari in armi, attrezzature e addestramento per le forze di sicurezza dell’Afghanistan, secondo stime dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri), cifra che sale a 88 miliardi se si considera anche la Polizia. A ciò vanno aggiunti anche i contributi degli altri Paesi Nato. Gli Usa hanno ricostruito l’esercito afgano a partire dal 2003. Secondo i dati del dipartimento della Difesa Usa, i membri delle Forze armati sono passati tra il 2003 al 2021 da 6.000 a 182.071, mentre le forze di polizia da zero a 118.628. Al suo massimo, l’Esercito nazionale afghano contava sette corpi, ognuno responsabile di un’area del paese. L’istituzione dei corpi è iniziata quando sono stati istituiti quattro comandi regionali con alcuni membri del personale nel settembre 2004. Per un periodo anche l’Afghan National Army Air Corps – l’aeronautica afgana – è stato tra i corpi, prima di essere diviso come forza aerea separata. Ogni corpo aveva da tre a quattro brigate subordinate e ogni brigata aveva quattro Kandak (battaglioni) di fanteria come unità di combattimento di base. Ad ogni kandak di fanteria era assegnata un’area specifica di cui era responsabile.
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