L’agenzia di valutazione del credito Fitch Ratings ha declassato il rating sovrano della Tunisia a Ccc-, indicando che il rischio di default sussiste ancora. Lo ha reso noto Fitch sul proprio sito ufficiale. La decisione riflette “l’incertezza sulla capacità della Tunisia di mobilitare fondi sufficienti a soddisfare l’ingente fabbisogno finanziario” a causa del ritardo delle autorità tunisine nel concludere un programma con il Fondo monetario internazionale (Fmi). Secondo Fitch, la Tunisia giungerà a un accordo con l’Fmi entro la fine del 2023, ma “è molto più tardi rispetto alle nostre precedenti previsioni e i rischi rimangono elevati”. In assenza di un accordo con l’Fmi, si legge nella nota di Fitch, “circa 2,5 miliardi di dollari di finanziamenti esterni possono essere ottenuti nel 2023 – principalmente dall’Algeria, dalla Banca africana d’importazione ed esportazione (AfreximBank), da prestiti di partner multilaterali e sovvenzioni di partner bilaterali – intensificando le sfide nel campo dei finanziamenti”.
A marzo scorso, Fitch aveva previsto che la prima parte del prestito dell’Fmi, proveniente da finanziamenti esterni, soprattutto dall’Europa e dai Paesi del Golfo, sarebbe potuta essere “sbloccata entro il secondo trimestre di quest’anno, consentendo a Tunisi di evitare la ristrutturazione del debito e di rispettare le scadenze previste per il 2023 (2 miliardi di dollari) e per il 2024 (2,6 miliardi di dollari)”. Nei mesi scorsi, l’Fmi aveva deciso di ritardare l’approvazione finale del maxi-prestito di 1,9 miliardi di euro prevista il 19 dicembre 2022, rischiando di bloccare la catena dei finanziamenti internazionali necessari a evitare il tracollo finanziario della Tunisia. Per ammissione della direttrice generale delle risorse e dei saldi presso il ministero delle Finanze, Ibtisam Ben Aljia, la Tunisia dovrebbe mobilitare da prestiti esterni entro fine anno ben 5 miliardi di dinari (1,47 miliardi di euro). E senza la prima tranche dell’Fmi, i creditori potrebbero tirarsi indietro, in particolare quelli occidentali.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram