Bandiere arcobaleno, collane di fiori e visi dipinti. In piazza della Repubblica tra canti e cori, poco dopo le 16, è partito il Roma Pride. In testa al corteo, dietro allo striscione giallo con la scritta multicolore “Queeresistenza” era presente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che insieme ai manifestanti ha intonato “Bella ciao”. Migliaia di persone fin dalle 15 si sono radunate attorno ai carri. Tra queste c’erano molti esponenti politici di Pd, M5s, Italia viva, Alleanza verdi sinistra e rappresentanti del sindacato Cgil.
Il percorso della manifestazione è stato quello degli anni scorsi: piazza della Repubblica, viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’ Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, largo Brancaccio, via dello Statuto, piazza Vittorio, via Emanuele Filiberto, viale Manzoni, via Labicana, piazza del Colosseo, via dei Fori Imperiali, largo Corrado Ricci e via dei Fori Imperiali con arrivo a piazza Madonna di Loreto. Madrine dell’evento sono state le cantanti Paola e Chiara che si sono esibite sul carro in testa alla sfilata. “Viva l’amore per sempre”, hanno detto dal palco allestito sul furgone mentre intorno la folla ballava sulle note di “Viva l’amor” e “It’s raining man”.
Come preannunciato, dopo le polemiche dei giorni scorsi, non è intervenuta la Regione Lazio che ha revocato il patrocinio in contrasto con gli organizzatori sul tema della gestazione per altri. La scelta, per l’ex governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, è segno che la coalizione di centrodestra è “prigioniera degli estremismi che ci sono nella maggioranza”. Zingaretti, attualmente deputato del Pd, ha osservato: “Dopo dieci anni in cui la Regione Lazio c’è sempre stata, io continuo a esserci. Mi permetto di dire che la stragrande maggioranza degli italiani e dei cittadini del Lazio è convinta che il diritto inalienabile di una persona di essere se stesso non può essere messo in discussione. È una battaglia che dovrebbe essere di tutti”. Stamattina in una lettera aperta alla comunità Lgbt, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, però, ha tenuto a far sapere: “Ho lottato una vita contro ogni forma di discriminazione, per l’inclusione e il rispetto dei diritti, in ogni contesto e circostanza, anche quelli più delicati e difficili. In questi giorni abbiamo toccato temi sensibili che colpiscono la vita di milioni di persone: sono sinceramente dispiaciuto se qualcuno si è sentito sotto attacco o non rispettato. Questo non è mai stato il mio intento. Nella mia vita mi sono spesso avvicinato alla sofferenza umana, anche di chi è perseguitato perché omosessuale”.
Ieri il sindaco Gualtieri ha trascritto i primi atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali, due mamme. E oggi ha ricordato in piazza: “Roma è in prima fila nelle battaglie per riconoscere i diritti a tutti. Ieri sono arrivate le domande di trascrizione degli atti. Ci sono sentenze chiarissime e univoche della Cassazione e dicono che la trascrizione di casi come questi, che poi stiamo parlando di una fecondazione eterologa sono legittimi e doverosi, altrimenti sarebbe una discriminazione”. Tra gli esponenti del Movimento 5 stelle in corteo, il consigliere capitolino Paolo Ferrara, ha scelto di manifestare la sua presenza con un “gesto provocatorio” e mostrando uno scatto in cui bacia un uomo. “A chi dice che il Roma Pride è volto a promuovere comportamenti illegali, rispondo così: ‘Se baciare un uomo dovesse significare andare all’inferno, io ci vado. Così potrò vantarmi, tra le fiamme e i dannati, di aver contribuito a riportare il mondo sulla giusta strada’. Una luce nel momento più buio”, ha detto
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