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Export vaccini in Australia, Di Maio: “Troppi ritardi in Ue, 250 mila dosi sono tante”

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Il blocco dell’export dei vaccini AstraZeneca verso l’Australia non rappresenta un atto ostile. E’ quanto osserva in un post su Facebook il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, sottolineando che si registrano ancora troppi ritardi nelle forniture di vaccini anti-Covid nell’Unione europea e in Italia da parte di alcune case farmaceutiche “Chi è inadempiente non può avanzare scuse. Se sono stati firmati degli accordi, questi vanno rispettati”, spiega il titolare della Farnesina.


L’Italia propone il blocco all’export di dosi AstraZeneca in Australia, l’Ue concorda

“Ecco perché – prosegue Di Maio – come ministero abbiamo chiesto di fermare l’export di circa 250 mila dosi di vaccino anti-Covid dal nostro Paese verso l’Australia. I motivi sono chiari e semplici. L’Australia oggi è considerato un Paese “non vulnerabile” ai sensi del Regolamento Ue; Ci sono ancora pochi vaccini nella Ue e in Italia e i ritardi nelle forniture da parte di AstraZeneca sono inaccettabili; 250 mila dosi sono tante: un conto è esportare piccolissime dosi ai fini di ricerca scientifica, un altro è esportarne 250mila”. “Per questi motivi – spiega il ministro – quando abbiamo ricevuto lo scorso 24 febbraio la richiesta di autorizzazione all’esportazione dei vaccini anti Covid-19 da parte di AstraZeneca all’Australia, abbiamo posto un freno. Abbiamo deciso di consultare le altre Amministrazioni nazionali competenti – che hanno tutte espresso parere negativo – e dunque abbiamo proceduto ad inviare due giorni dopo la proposta di non autorizzazione all’export alla Commissione europea, che ha accolto la nostra richiesta il 2 marzo”.

“Il tutto – conclude Di Maio – non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa, il Meccanismo sull’export che serve a vitare che le dosi di vaccino destinate all’Unione vengano spedite e commercializzate fuori dalla Ue. Siamo il primo paese europeo a mettere uno stop all’export fuori dall’Unione di un vaccino prodotto all’interno dei nostri confini. Come detto, i ritardi nella distribuzione sono inaccettabili e ci aspettiamo che questa nostra presa di posizione incida positivamente sulla campagna vaccinale europea”.

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