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Europee, Renzi: Ci ho messo la faccia. Sulla mia candidatura attacchi dai 5 Stelle e da un’impaurita FdI

"Ho una voglia matta di lottare insieme a voi per un’Italia alternativa a questa maggioranza e a questa opposizione. E per un’Europa che non ceda a sovranismi e populismo. Avanti, al centro, amici!"

Roma
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“Ho lanciato da Milano la mia candidatura alle Europee. Ci ho messo la faccia. E sono entusiasta delle reazioni di molti di voi. Ci sarà modo per riunirsi a stretto giro in presenza per iniziare a organizzare la presenza comune per comune e soprattutto seggio per seggio. Grazie anche a chi ha iniziato a contribuire con donazioni ai costi della campagna elettorale per le Europee inviando un piccolo contributo economico a Italia viva”. Lo afferma, nella sua Enews, il leader di Iv, Matteo Renzi.


“L’annuncio della mia candidatura ha portato subito a ricevere i vecchi, cari, attacchi di una volta da Cinque stelle e adesso da una impaurita Forza Italia – prosegue l’ex premier -. Oltre che dai commentatori che per anni ci hanno detto che non avevo più neanche un voto e oggi si stupiscono se mi metto in gioco per dimostrare, anche a loro, che faremo un risultato ampiamente superiore al quorum. Cioè se non ti candidi, dicono che sei il maestro della tattica parlamentare. Se ti candidi, dicono che vuoi metterci la faccia sempre. Strana la vita, eh. La verità è che pensavano di avermi seppellito con le calunnie e le indagini di cui ho parlato ne ‘Il mostro’. E invece io sono più vivo che mai. E ho una voglia matta di lottare insieme a voi per un’Italia alternativa a questa maggioranza e a questa opposizione. E per un’Europa che non ceda a sovranismi e populismo. Avanti, al centro, amici! Conto su di voi – conclude Renzi -. Vi assicuro solo che faticheremo tanto, ma ci divertiremo di più”.

Il senatore nonché leader di Italia Viva, ha poi spiegato in un’intervista ad “Avvenire” il suo progetto di Centro da costruire per le Europee: “Salvini e Meloni sono due sovranisti, Conte e Schlein due populisti. Io dico che un cittadino che ha creduto nel Pd riformista o nella rivoluzione liberale di FI, non si sente rappresentato. C’è spazio per una casa comune di chi crede in un altro modo di far politica. Il centro è questo, l’unica alternativa a chi vive di slogan”.

Critica spesso il Pd di Schlein, per ultimo sul Jobs act ripudiato: “Il Jobs act ha creato più di un milione di posti di lavoro, ha eliminato la pratica barbara delle dimissioni in bianco, ha riordinato la giungla di co.co.co e co.co.pro., ha stabilizzato centinaia di migliaia di giovani con le decontribuzioni, ha eliminato l’Irap sul costo del lavoro. E’ una grande riforma, non una cosa di cui vergognarsi. Ed è una riforma votata dal Pd. Quelli nel Pd che per inseguire i 5 stelle oggi vogliono farci un referendum contro e tornare al Reddito di cittadinanza non sono riformisti: sono grillini ad honorem”. “Penso – aggiunge l’ex premier – che a breve altre persone lasceranno un Pd che era riformista e adesso si accontenta di essere la sesta stella di Giuseppe Conte”. Lo spazio politico per un centro potrebbe esserci creando un grande polo: “ll nostro progetto è in linea con le decisioni di Renew Europe a Vienna, quando invita i riformisti a unirsi in un centro capace di fare un buon risultato. Calenda al momento ha detto che non ci sta. Penso che sia un errore, ma non posso costringerlo. Ho voluto io Calenda in vari incarichi. Purtroppo lui è abituato a lasciare le cose a metà, come ha fatto a Strasburgo e in Campidoglio. Se ci ripensa, noi siamo qui”.

Bisogna tuttavia superare la soglia del 4 per cento, se rimarrà: “Certo che rimarrà la soglia del 4 per cento e cercheremo di superarla. Ma vi immaginate un governo come questo che non legifera sulla benzina, che non risolve il problema delle tasse, che non manda avanti le riforme, che fatica a impostare la manovra 2024, impegnarsi per cambiare la legge elettorale sulle europee? Dicono che lo fanno per noi? Bene, se vogliono fare una cosa per noi rimettano la 18App, i soldi che servono ai 18enni per i libri o il teatro. Vedo quello che costa la ripartenza della scuola alle famiglie: facciamo una legge per la 18App anziché per le Europee”. Quanto ai migranti il governo parla di una frenata nell’aumento degli sbarchi, mentre il cardinal Zuppi invoca un tavolo per quella che non va più considerata un’emergenza: “Sto con Zuppi tutta la vita. Meloni voleva fare il blocco navale e invece ha visto raddoppiare gli sbarchi. Smettiamola di vivere con la paura del migrante e impostiamo una strategia di lungo periodo che preveda diritti e doveri, a cominciare dalla cittadinanza con lo ius culturae”.

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