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Immagini satellitari confermano l’utilizzo di droni cinesi nel conflitto

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Nuove immagini satellitari ad alta risoluzione sembrano confermare la presenza di droni cinesi Wing Loong I nel conflitto in Etiopia. Secondo quanto riferito da diverse fonti, tra cui il blog specializzato “Oryx” e l’organizzazione non governativa olandese “Pax”, i droni sarebbero stati consegnati di recente all’aeroporto militare di Harar Meda, a circa 65 chilometri a sud della capitale Addis Abeba. Secondo le fonti, mentre i militari etiopi tentavano di nascondere l’acquisizione dei tre aeromobili a pilotaggio remoto (Ucav) spostandoli frettolosamente in un vicino hangar durante la loro consegna, la presenza di Wing Loong I nella base aerea di Harar Meda è stata ora rivelata anche dalle immagini satellitari. In base alle immagini satellitari pubblicate, la stazione di controllo a terra (Gcs) e altre apparecchiature associate per il funzionamento dei droni sono posizionate vicino alla pista. Già nelle scorse settimane erano emerse prove videografiche che confermerebbero la presenza di droni cinesi nei cieli dell’Etiopia. Un video girato alla fine di ottobre 2021, e pubblicato dagli analisti di “Oryx”, ritrae infatti un velivolo Wing Loong I volare sopra la capitale della regione del Tigrè, Macallè.


Le informazioni ricevute dagli autori, incrociate con la segnalazione di un volo cargo sospetto diretto verso la base aerea di Harar Meda e proveniente da Chengdu – dove viene fabbricato il Wing Loong I -, fanno pensare che almeno tre droni siano stati consegnati dalla Cina all’Etiopia dal settembre scorso, quando per la prima volta erano circolate notizie riguardo l’utilizzo di droni cinesi nel conflitto in Etiopia. Si ritiene che l’aereo cargo che ha consegnato il Wing Loong in Etiopia fosse un An-124 UR-82029 della compagnia aerea ucraina Antonov, che è stato avvistato dal localizzatore di aeromobili Gerjon sulle immagini satellitari della base aerea di Harar Media lo scorso 17 settembre 2021: durante il tragitto, l’Ur-82029 ha iniziato il suo viaggio da Chengdu (dove viene prodotto il Wing Loong I) prima di fare una breve sosta a Islamabad, atterrando infine alla sua destinazione finale della base aerea di Harar Meda qualche giorno dopo. Le informazioni combaciano con quanto già scritto il mese scorso dal sito di informazione “Eritrean Hub“, che citando come testimone un meccanico della Dejen Aviation Engineering Industry (Davi) aveva fornito le stesse informazioni.

Stando alle stesse fonti, l’interesse principale da parte delle autorità militari etiopi sarebbe rivolto, in particolare, al dispiegamento di munizioni a guida di precisione (Pgm), di cui finora l’Aeronautica etiope è stata per lo più carente: in questo senso la consegna di due Ucav Mohajer-6 con Pgm dall’Iran, nell’agosto 2021, non avrebbe infatti riscosso il successo sperato, con entrambi i droni attualmente fermi a causa delle scarse prestazioni operative. Il Wing Loong I è attualmente il progetto Ucav di maggior successo commerciale della Cina, sebbene il modello sia stato nel frattempo sostituito dal più potente Wing Loong II, che presenta una serie di miglioramenti tra cui due punti di aggancio sotto ogni ala per raddoppiare il carico utile delle armi. Tuttavia, l’alto prezzo di acquisto del Wing Loong II – che si stima si aggiri intorno ai 15 milioni di dollari – rispetto al precedente Wing Loong I ha assicurato che quest’ultimo goda ancora di maggior successo sul mercato delle esportazioni. Il Wing Loong I è il quarto tipo di drone acquisito dall’Etiopia dopo lo scoppio del conflitto: il governo di Addis Abeba aveva infatti precedentemente acquistato i già citati droni iraniani Mohajer-6, gli Ucav Vtol, prodotti negli Emirati Arabi Uniti – e i Bayraktar TB2, prodotti in Turchia.

Le rivelazioni giungono dopo che nel luglio scorso fonti vicine all’amministrazione tigrina avevano riferito che le autorità dell’Etiopia – con l’ausilio di tecnici turchi – stavano lavorando alla costruzione di dieci droni i cui materiali sono stati forniti dalla Turchia. Secondo le fonti, i droni verranno utilizzati sia per la sorveglianza che per l’uso tattico e sono in fase di costruzione in un centro di addestramento di proprietà dell’Agenzia di intelligence e sicurezza etiope (Insa). Secondo quanto riferito dalle stesse fonti, il direttore generale dell’Insa, Temesgen Tiruneh, è il responsabile generale del programma e il primo ministro Abiy Ahmed visiterebbe frequentemente il sito per monitorare l’andamento dei lavori. Inoltre, stando a quanto riferito da “Eritrea Hub”, sarebbe in fase di costruzione anche una pista da cui lanciare i droni, situata a una decina di chilometri dal centro di Addis Abeba. Non è la prima volta che giungono segnalazioni simili da quando è scoppiata la guerra nel Tigrè, nel novembre scorso. Nelle prime settimane di conflitto, il portavoce del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf), Getachew Ruda, aveva infatti accusato le forze federali etiopi di fare ricorso a droni forniti dagli Emirati Arabi Uniti. L’informazione, rilanciata per primo dal sito specializzato “Military Africa”, non ha però mai trovato riscontri ufficiali.

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