Il presidente del Consiglio dell’Italia, Giorgia Meloni, si sta “seriamente occupando dei problemi della Libia”. Lo afferma il primo ministro del Governo di unità nazionale della Libia (Gun), Abdulhamid Dabaiba, in un’intervista concessa in esclusiva ad “Agenzia Nova” durante la visita a Roma. “Francamente, questo governo dell’Italia si sta occupando maggiormente dei problemi della Libia. Ho apprezzato molto la visita della presidente Meloni a gennaio, che ha scelto la Libia come sua prima o seconda visita all’estero, e che sia venuta con una grande delegazione per discutere di questioni molti importanti. Abbiamo la percezione che il primo ministro dell’Italia sia molto seria per quanto riguarda i problemi della Libia: lei si occupa della questione da vicino”, afferma Dabaiba, da ieri in missione ufficiale in Italia alla guida di una numerosa delegazione ministeriale. “Ecco perché ho voluto restituire la visita con una grande squadra: vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato e continuare la cooperazione tra Italia e Libia”, aggiunge il premier dell’esecutivo riconosciuto dalle Nazioni Unite. “Consideriamo l’Italia come una porta per l’Europa. Molte importanti questioni ci riguardano come l’immigrazione, il settore petrolifero e l’economia. Per noi è molto importante vedere un governo in Italia che agisca in modo seria e ottenga risultati concreti”, afferma ancora Dabaiba.
Il governo dell’Italia guidato da Meloni “è in grado di prendere decisioni forti” e, soprattutto, ha gli occhi puntati sulla Libia, “l’Italia è la nostra chiave di accesso all’Europa. E poi c’è un governo che, parlando francamente, è in grado di prendere decisioni forti. Abbiamo tentato con altri governi dell’Italia, che però avevano altri problemi. Gli occhi di questo governo sono concentrati sulla Libia: questo è un bene perché possiamo aiutarci a vicenda”, afferma Dabaiba.
“Vogliamo aiutare la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a preparare questa conferenza internazionale sui migranti. Appoggiamo ogni sforzo che possa impedire a queste persone che vengono dal profondo sud di morire nel Mediterraneo, perdonatemi per queste parole, come agnelli. Noi stiamo affrontando questo problema in Libia, ma va affrontarlo anche in altri Paesi. L’Europa dovrebbe occuparsi maggiormente di questi problemi e condividere con noi questo fardello”, aggiunge il premier del governo riconosciuto dall’Onu.
A proposito della questione migranti, Dabaiba aggiunge che il fenomeno dei flussi dall’Africa verso l’Europa “va oltre le capacità” del suo Paese. “La Libia soffre prima e più di tutti per le migrazioni illegali. Quanto accaduto negli ultimi dieci anni ha creato fragilità nella gestione dei grandi movimenti migratori dal sud. Il contrasto all’immigrazione è per noi una questione nazionale, prima di essere una questione internazionale. I migranti illegali hanno creato molti degli altri problemi nella società libica e nel Paese a livello di sicurezza, come il traffico di droga e il contrabbando di petrolio che diventa carburante. È diventato complicato per noi ricevere e gestire queste persone che hanno fame e che sono in cerca di una vita migliore. Abbiamo cercato di accoglierli, ma il problema va oltre le nostre capacità”, afferma Dabaiba.
Per il premier, la Libia intende portare la questione dei flussi migratori illegali all’attenzione dell’Unione europea alla fine del mese di giugno. “Ieri abbiamo firmato un accordo con l’Italia, nemmeno il vostro Paese è in grado di gestire questo fenomeno”, riferisce il premier dell’esecutivo riconosciuto dall’Onu, in riferimento alla dichiarazione d’intenti per intensificare la collaborazione italo-libica nel campo della sicurezza delle frontiere, rafforzando le azioni di contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali che gestiscono il traffico di migranti. “Si tratta prima di un fenomeno prima di tutto nazionale, poi europeo e internazionale”, aggiunge Dabaiba. “Abbiamo concordato con l’Italia di porre il tema all’attenzione dell’Unione europea alla fine del mese. Sarebbe molto importante per noi poter condividere o almeno esporre le nostre preoccupazioni in Europa”, riferisce ancora il premier.
Dabaiba sottolinea come negli ultimi dodici anni, la Libia sia stata “fuori dai binari” della stabilità, ma ora il “treno” è tornato in pista e “alla guida c’è il popolo libico”. “Per 12 anni questo treno chiamato Libia è stato fuori dai binari. In molti hanno cercato di mettere le mani su questo treno per il proprio tornaconto. Noi abbiamo messo il treno sui binari della stabilità e ora vogliamo guidarlo verso un grande futuro, perché la Libia ha un futuro radioso davanti a sé”, afferma il capo dell’esecutivo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Parlando di questione energetica, il premier precisa che la Libia ha ancora “tantissimo gas non scoperto” e si è prefissata come obiettivo quello di rifornire i mercati in Italia e in Europa. “Abbiamo così tanto gas non scoperto. Vogliamo rifornire l’Italia e l’Europa con il nostro gas. È un mercato molto limitato, con poco spazio per tutti. Vogliamo usare tutte le nostre capacità e ogni nostro partner per produrre questo gas e inviarlo in Europa. Con l’Italia, nostro vicino, condividiamo delle infrastrutture e possiamo sviluppare ancora più petrolio e gas”, ha detto Dabaiba, riferendosi al gasdotto GreenStream che collega i giacimenti libici al terminal gasiero di Gela, in Sicilia. “Stiamo tentato di superare i problemi degli ultimi dieci anni e di lavorare insieme. Questo è il nostro obiettivo”, aggiunge il premier del governo riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Un nuovo, grande accordo per lo sfruttamento di giacimenti di gas e petrolio in Libia sarà firmato il prossimo mese di luglio. “In Libia ci sono grandi risorse di gas e petrolio. Abbiamo già firmato un accordo per aumentare la produzione di gas onshore e offshore. Insieme ad Eni e altri Paesi abbiamo grandi progetti in cantiere. Ieri è stato firmato un memorandum, ma il prossimo mese firmeremo un grande accordo insieme ad altri Paesi e altre grandi compagnie”, afferma Dabaiba. Eni ha firmato ieri un memorandum d’intesa allo scopo di studiare e identificare con la Libia opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra e di sviluppo di energia sostenibile nel Paese. “Di quali compagnie parlo? E’ un consorzio, la cosa importante è che sarà guidato da Eni ma tutti sono invitati a partecipare”, aggiunge Dabaiba, senza fornire ulteriori dettagli.
Il premier aggiunge che la Libia sta portando avanti un “grande progetto” per esportare energia pulita in Europa tramite l’Italia. “Siamo in procinto di avviare un grande progetto solare con l’obiettivo di esportare elettricità in Europa attraverso l’Italia. E’ un progetto libico che si avvale dell’aiuto di una grande compagnia internazionale energetica e delle banche”, spiega Dabiaba, riferendosi probabilmente agli impianti solari da 500 megawatt che dovrebbe costruire la francese TotalEnergies. Il capo del governo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite ha parlato anche di un “elettrodotto” sottomarino con una “grande capacità” per convogliare in Europa l’energia solare catturata dagli impianti in Libia.
Dabaiba sottolinea, inoltre, come la Libia abbia rafforzato la sua rete Internet grazie all’accordo firmato ieri a Roma per il progetto BlueMed, il cavo sottomarino in fibra ottica che collegherà l’Italia con la Francia, la Grecia e vari Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Sparkle (Tim) e la Libya postal telecommunication and technology holding company (“Lptic”) hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per la realizzazione di una nuova infrastruttura che colleghi diverse città della Libia alla Sicilia. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova“, è prevista, in particolare, l’estensione di quattro collegamenti in Libia: due in Tripolitania e due in Cirenaica, rispettivamente a Tripoli, Misurata per l’ovest; Bengasi e Derna per l’est. “Non è un’idea, ma è un progetto esecutivo firmato da due grandi compagnie internazionali per avere un cavo Internet sicuro, che si connetterà alla nostra rete e che, dalla Libia, potrà estendersi ad altri Paesi in Africa”, afferma Dabaiba. “La poca distanza tra Italia e Libia ci consente di avere una bassa latenza e un Internet sicuro”, aggiunge il premier.
Quanto al dossier politico, Dabaiba afferma che il suo governo ha come obiettivo quello di porre fine al lungo periodo di transizione, ma è prima necessario avere una legge costituzionale “bilanciata, giusta e che includa tutti i libici senza esclusioni”. “Molte persone stanno cercando di trovare altre strade per estendere il periodo di transizione, mentre noi diciamo: andiamo alle elezioni”, riferisce Dabiaba. “Le elezioni richiedono però una legge costituzionale e questo non è un lavoro del governo. Inoltre, le elezioni in sé sono di competenza dell’Alta commissione elettorale (Hnec). Il nostro lavoro è molto chiaro e ha due finalità: sostenere la Hnec; garantire la sicurezza degli elettori e del processo elettorale. La polizia del ministero dell’Interno controlla tutta la Libia adesso. Non abbiamo alcun problema nel controllare e assicurare le urne elettorali”, afferma Dabiaba. “Abbiamo invece due problemi con la legge costituzionale e nella road map per le elezioni. Questa legge dovrebbe essere bilanciata, giusta e designata per tutti i libici senza esclusione. Se questa legge venisse approvata oggi, domani ci sarebbero le elezioni”, afferma Dabaiba.
Recentemente, il Comitato per la preparazione delle leggi elettorali 6+6, formato da parlamentari della Camera dei rappresentanti e membri del Consiglio di Stato, ha annunciato di aver raggiunto un’intesa sulle elezioni parlamentari e presidenziali, benché non sia stato firmato ancora alcun documento scritto. Lo stesso Comitato ha annunciato che, per consentire il voto, è necessario insediare un nuovo governo di transizione. “Chi cerca invece di porre la questione di nuovo governo va contro la volontà del popolo libico di andare alle elezioni e di raggiungere la stabilità”, commenta da parte sua Dabaiba.
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