Rafforzare le relazioni tra la Turchia e la Serbia nell’ottica di mantenere la stabilità della regione dei Balcani e rilanciare la cooperazione economica bilaterale con l’obiettivo di portare a 5 miliardi di dollari il valore dell’interscambio commerciale. Questi i temi affrontati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nella sua visita di oggi a Belgrado, in Serbia, seconda tappa del tour nei Balcani iniziato ieri in Bosnia Erzegovina e che si concluderà domani a Zagabria, in Croazia. Durante la visita Turchia e Serbia hanno firmato sette accordi in settori come l’economia, l’industria e la tecnologia, incluso il protocollo che consente ai cittadini di entrambi i Paesi di viaggiare senza passaporto.
Nella conferenza stampa congiunta organizzata al termine dell’incontro bilaterale con Vucic e nel successivo intervento al Forum economico Serbia-Turchia, Erdogan non ha mancato di lodare i rapporti saldi tra i due Paesi e tra le due presidenze. “La Turchia vede la Serbia come un Paese chiave per la pace e la stabilità nei Balcani”, ha affermato Erdogan, che ha lodato il protocollo che consente di viaggiare tra i due Paesi muniti solamente di carta identità. “Porterà le nostre relazioni a un nuovo livello”, ha dichiarato Erdogan, auspicando che il numero di turisti serbi che visiteranno la Turchia possa raggiungere la cifra record di 300 mila visitatori. Il presidente turco ha inoltre accolto l’accordo sui valichi di frontiera tra Serbia e Kosovo, affermando: “Siamo pronti a fare la nostra parte per riunire le parti in un formato che riconcili le tre comunità in Bosnia Erzegovina. Continuiamo a sostenere questo slancio positivo nei Balcani, perché la regione non può più tollerare tali problemi”.
Parlando al Forum economico Turchia-Serbia, il presidente turco ha ricordato che il volume degli scambi tra i due Paesi “ha battuto un record lo scorso anno, avvicinandosi a 2 miliardi di dollari” e nei primi mesi del 2022 ha già raggiunto il valore di 1,5 miliardi di dollari. “Quest’anno stiamo lavorando per raggiungere i 2,5 miliardi di dollari di scambi commerciali”, ha affermato Erdogan, ricordando che l’obiettivo per i prossimi anni è quello di raggiungere i 5 miliardi di dollari di interscambio. In merito agli investimenti turchi in Serbia, Erdogan ha affermato che in dieci anni hanno raggiunto i 400 milioni di dollari, a fronte di una presenza di ben 1.300 aziende. “Le nostre società appaltatrici realizzano progetti importanti in Serbia con un volume d’affari di circa 847 milioni di dollari con 50 progetti in diverse regioni del Paese”, ha affermato Erdogan.
Da parte sua, il presidente Vucic ha affermato che le relazioni tra Serbia e Turchia sono “al livello più alto nella storia moderna delle due nazioni”. “Siamo riusciti a portare lo scambio commerciale, che era ben al di sotto del miliardo, a 2,5 miliardi. Siamo sulla buona strada per raggiungere i 5 miliardi, un obiettivo che mi sembrava irraggiungibile”. Vucic ha aggiunto che le aziende turche in Serbia impiegano “quasi 10 mila persone” e che oggi si è discusso anche “di cooperazione militare e industria militare”. “La Serbia vuole acquistare i droni Bayraktar turchi, ma tutto il mondo li vuole”, ha affermato il capo dello Stato, “e ci dobbiamo mettere in coda”. Vucic ha comunque sottolineato che “siamo pronti a pagare molti più soldi” per quei velivoli senza pilota. Il presidente serbo ha infine aggiunto di aver discusso con Erdogan della situazione in Ucraina, della pace e della stabilità nella regione, delle sanzioni contro la Russia e dell’energia, e che gli ha chiesto di aiutarlo con il trasporto di elettricità dall’Azerbaigian alla Serbia.
Il presidente serbo ha anche sottolineato che la costruzione di ponti e strade portata avanti grazie al sostegno delle compagnie turche servirà ai serbi e ai musulmani su entrambi i lati della Drina, così Belgrado, Sarajevo e Istanbul saranno più vicine a tutti. Vucic ha sottolineato che “le compagnie che arrivano in Serbia di solito vogliono una sede lungo l’autostrada Belgrado-Novi Sad”, mentre le aziende turche hanno spesso accettato di lavorare “nelle zone più povere del Paese, nel sud e nell’ovest della Serbia”. “È importante continuare ad attrarre investitori turchi”, ha detto Vucic, aggiungendo che l’accordo sull’abolizione dei visti e sugli spostamenti tra i due Paesi “creerà una fiducia ancora maggiore”.
Il viaggio del capo dello Stato turco giunge in un momento di grande attivismo della Turchia a livello internazionale, forte del rapporto equidistante tra Mosca e Kiev nel conflitto in Ucraina e del rilancio delle relazioni con Paesi un tempo ostili come Egitto, Israele ed Emirati Arabi Uniti. Proprio nella conferenza stampa con Vucic, Erdogan ha lanciato una serie di stoccate ai partner occidentali. “Come Turchia, abbiamo sempre seguito una politica di equilibrio tra Russia e Ucraina. D’ora in poi, continueremo a seguire la politica di equilibrio. Perché in questo momento non c’è bisogno di nominare l’Occidente. Posso dire chiaramente che non trovo corretto il suo atteggiamento. Perché c’è l’Occidente, che ha una politica consolidata da provocatore. Finché cercherete di condurre una simile guerra per provocare, non sarà possibile ottenere alcun risultato”, ha dichiarato Erdogan. “Possiamo dire che c’è un vincitore in questa guerra in questo momento? Non c’è nessun vincitore. Ma credo che ci siano molti perdenti”, ha affermato il presidente turco, secondo cui, sul piano del sostegno militare ed economico i Paesi occidentali stanno mandando “rottami” alle Forze armate ucraine. Infine, il presidente turco ha lanciato l’invito ai Paesi occidentale a non “sottovalutare” la Russia. “Sempre che la guerra non finirà così presto. Dico a coloro che sottovalutano la Russia, state sbagliando. La Russia non è un paese da prendere alla leggera”, ha dichiarato Erdogan, sottolineando gli effetti dell’interruzione delle forniture di gas russo all’Europa. “La Russia ha tagliato il gas naturale. I prezzi sono saliti alle stelle in Europa. Ora tutti stanno pensando a come potranno superare questo inverno. Ma perché non ci hanno pensato prima?”, ha osservato Erdogan facendo riferimento in particolare ai partner europei.
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