El Salvador: dagli Usa accuse di ingerenza nelle elezioni, il presidente Bukele ironizza su Twitter

"Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dice che NOI abbiamo cercato di interferire nelle LORO elezioni! hahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha", ha scritto Bukele nel messaggio a commento di un articolo di stampa Usa che citava l'accusa della Casa Bianca

Il presidente del Salvador, Nayib Bukele, ha risposto alle accuse di una presunta ingerenza nelle elezioni statunitensi con un ironico tweet in cui campeggia la trascrizione onomatopeica di una generosa risata. “Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dice che NOI abbiamo cercato di interferire nelle LORO elezioni! hahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaha”, ha scritto Bukele nel messaggio a commento di un articolo di stampa Usa che citava l’accusa della Casa Bianca. Le autorità Usa avevano denunciato come “inaccettabile” l’ingerenza di vari dirigenti salvadoregni nelle elezioni legislative di medio termine tenute a novembre, riflessa nelle dichiarazioni contrarie ad alcuni candidati.

Una denuncia legata soprattutto al caso di Norma Torres, rappresentante democratica originaria del Guatenala, che lo stesso Bukele, da tempo, invita a non votare. “Non lavora per voi, ma per mantenere il nostro Paese in una condizione di sottosviluppo”, ha detto il presidente salvadoregno rivolto agli elettori “latinos”. Critiche analoghe arrivavano da Christian Guevara, deputato del partito di maggioranza “Nuevas Ideas”, che sulla rete aveva parlato dei “danni” che sarebbero scaturiti dal sostegno a Torres. Salutando la sua riconferma a deputato, la stessa Torres aveva criticato il suo sfidante Repubblicano, Mike Cargile, per aver accettato “lo scandaloso appoggio” di Bukele, a sua volta accusato di responsabilità nella violazione dei diritti umani, in riferimento alla dura strategia contro le bande criminali.

Secondo una fonte del dipartimento di Stato Usa citata da “Bnc NEws”, “l’integrità delle nostre elezioni è una parte vitale dei nostri processi democratici. La volontà del popolo non deve essere sovvertita dall’influenza straniera”. “Nel corso del nostro ultimo processo elettorale, abbiamo notato con allarme tentativi sempre più diretti da parte di alcuni salvadoregni di influenzare direttamente alcuni risultati elettorali negli Stati Uniti. Come abbiamo ripetutamente chiarito, questo è inaccettabile, e lo abbiamo comunicato in ripetute occasioni direttamente a il governo di El Salvador attraverso i canali diplomatici ufficiali”, recita la testata.

Torres si era intitolata diverse iniziative riguardanti i Paesi del cosiddetto “triangolo nord” – El Salvador, Nicaragua e Honduras – epicentro della cultura centroamericana. Nel solo 2021 ha presentato almeno sei campagne, tre delle quali tradotte in altrettante azioni parlamentari: una per condizionare gli aiuti militari ai tre Paesi al grado di impegno nella strategia contro la corruzione, una per indagare sulle possibili ripercussioni sull’economia statunitense per l’adozione, in El Salvador, del bitcoin come moneta di corso legale. Con un’altra mozione, presentata a dicembre del 2021, Torres chiedeva al Dipartimento di Stato di rispondere circa l’uso di equipaggiamento militare statunitense che il presidente guatemalteco, Alejandro Giammattei, avrebbe fatto per reprimere oppositori nel Paese.

Già nel 2021, la deputata aveva chiesto all’Fbi di indagare sull’operato del presidente e sulle presunte ingerenze nella politica nazionale. “Fare campagna contro un congressista degli Stati Uniti non è mai successo ed è qualcosa su cui indagare, perché interferire in una elezione federale, è illegale, è un reato”, disse Torres, che – una volta eletta – confessava la sua “delusione” per “la mancanza di azione del nostro sistema giudiziario dinanzi all’ingerenza nelle nostre elezioni”. L’inizio del confronto tra i due viene fatto risalire alle elezioni parlamentari salvadoregne, chiuse con una abbondante vittoria del partito di Bukele, occasione in cui Torres denunciava la morte di due oppositori. Polemiche rinfocolate con la denuncia della guatemalteca delle politiche di San Salvador che avrebbero causato un esodo record verso gli Usa.

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