Droga offerta agli 11enni a Cassino, il sindacato di polizia: “Mancano gli agenti per i controlli”

L’età della prima assunzione di droga si abbassa e, probabilmente la vicenda del “fumo” offerto da giovani spacciatori ad un bambino di 11 anni diretto a scuola a Cassino, ne spiega uno dei motivi

Polizia

L’età della prima assunzione di droga si abbassa e, probabilmente la vicenda del “fumo” offerto da giovani spacciatori ad un bambino di 11 anni diretto a scuola a Cassino, ne spiega uno dei motivi. Il ragazzino che frequenta la prima media, mercoledì ha raccontato al padre che, dopo essere sceso dal pullman due spacciatori, probabilmente 15enni, gli hanno proposto di comprare dell’hashish. Lui si è rifiutato ed è andato via ma i due hanno continuato la “promozione” della droga nella folla di studenti che, dall’hinterland, arrivava al capolinea dei mezzi pubblici di Cassino.

Una trappola piazzata “sulla strada della scuola”, dove un tempo si concentravano i controlli delle forze dell’ordine proprio per arginare pericoli di questo genere. “Purtroppo la ‘coperta è corta’ e i servizi di prevenzione in prossimità delle scuole, seppur disposti da questori e dirigenti, sono i primi a venir meno nel momento in cui ci sono altre necessità operative”. Lo dice ad Agenzia Nova Antonio Patitucci, segretario regionale del Silp Cgil Lazio, il sindacato di polizia. “Questo perché – continua Patitucci – l’organico delle questure è ridotto all’osso. Dopo l’emergenza Covid sono nate una serie di necessità che ha assorbito il personale dalle attività che si svolgevano in precedenza. Questo è accaduto a Roma, quanto nelle altre realtà periferiche”.

“Anzi, nei commissariati di provincia – spiega il sindacalista – l’età media dei poliziotti sfiora i 50 anni. Entro il 2027 devono essere assunti 40mila poliziotti perché altrettanti andranno in pensione e se non si avvia una campagna concorsuale non si farà mai in tempo a tappare questa enorme falla. Già oggi – aggiunge – ci sono 94mila poliziotti rispetto ai 108mila previsti dall’organico”. Il problema della prevenzione in prossimità delle scuole è fondamentale. “E’ lì – dice ancora Patitucci – si concentra l’attenzione degli spacciatori perché è lì che i pusher tentano di ‘allevare’ nuovi potenziale clienti ma la prevenzione da sola non basta. Serve agire sulle levi culturali creando nei giovani indicando e insegnando i giusti valori che sono il loro primo sistema di difesa”.

Se la polizia, e le forze dell’ordine in genere, tentano di fare prevenzione; alle comunità come quella di Villa Maraini a Roma, spetta invece il compito, spesso, di “raccogliere i cocci”. I cocci sono le vite dei giovani devastate dalla dipendenza. E tra i tossicodipendenti ci sono sempre più spesso anche i minorenni. “I problemi si manifestano a 16 e 17 anni ma è chiaro che cominciano molto prima – fanno sapere da Villa Maraini – Spesso è l’alcool a spianare la strada alle canne e, via via alle pasticche e poi sempre più su, a cocaina ed eroina che adesso si trova già pronta per essere fumata”.

L’età della prima assunzione “si abbassa sempre più tra i 12 e i 13 anni. Per sostenere i minorenni – dicono di Esperti di Villa Maraini – abbiamo due gruppi di lavoro. Uno si chiama gruppo Giovani, dove vengono coinvolti, dietro l’autorizzazione dei genitori, direttamente i ragazzi che accettano di sottoporsi alla terapia. Si tratta di incontri settimanali con esperti, di gruppo o individuali, per infondere nei giovani gli strumenti che servono loro per mantenersi lontani dalla droga. L’altro gruppo è per i genitori dei ragazzi che non accettano la terapia. A loro, con la condivisione delle esperienze e con il supporto degli psicologi, forniamo gli strumenti per supportarli nella difficile gestione dei rapporti con i propri figli tossicodipendenti”. Un problema, quello della tossicodipendenza minorile, che sembra coinvolgere sempre più famiglie.

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