Il ministro degli Esteri dell’Egitto, Sameh Shoukry, ha accusato l’Etiopia di non mostrare una seria volontà politica di raggiungere un accordo legalmente vincolante sulla Grande diga della rinascita etiope (Gerd), il mega-progetto in costruzione sul Nilo che minaccia le risorse idriche di Egitto e Sudan. Parlando alla Camera dei rappresentanti (la camera bassa del parlamento egiziano), Shoukry ha detto: “Nonostante l’intransigenza etiope, continueremo a tenere contatti per raggiungere un accordo equo con tutte le parti”.
Il capo della diplomazia egiziana ha indicato che il suo Paese è “pronto a tutte le possibilità”, spiegando che “dei partner affidabili stanno cercando di trovare un terreno comune che potrebbe portare a raggiungere un accordo equo”. Nel frattempo, Shoukry ha avvertito che l’Etiopia non dovrebbe intraprendere azioni unilaterali “dannose per tutte le parti”, incluso il Sudan. Recentemente, l’Egitto ha annunciato il proprio sostegno a una proposta sudanese che richiede la formazione di un quartetto guidato dall’Unione africana (Ua) e che includa Stati Uniti, Ue e Nazioni Unite per negoziare un accordo sulla Gerd. Tuttavia, la proposta non è stata accolta con favore dall’Etiopia.
All’inizio del 2020, Addis Abeba ha annunciato l’intenzione di avviare la seconda fase del riempimento del bacino della Gerd entro la prossima estate, un passo che è stato categoricamente respinto da Egitto e Sudan. L’11 gennaio, i colloqui tra le parti sono falliti.
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