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Decreto carburanti: ecco cosa prevede il testo approvato dalla Camera

Il provvedimento passa al Senato e deve essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 15 marzo

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L’Aula della Camera ha approvato con 155 voti favorevoli, 103 contrari e tre astenuti, il decreto recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico. Il provvedimento, che nella sua prima lettura a Montecitorio ha avuto delle modifiche rispetto al testo licenziato dal Consiglio dei ministri, passa ora all’esame del Senato per essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 15 marzo. A votare contro le misure sono stati il Partito democratico, il Movimento cinque stelle, Azione-Italia viva, Alleanza Verdi e Sinistra. Tra le principali norme c’è quella sulla pubblicizzazione delle tabelle dei prezzi dei carburanti esposte presso i punti di vendita, con l’obbligo di esposizione, con “adeguata evidenza”, della media dei prezzi di riferimento, accanto a quelli praticati. Un intervento, quest’ultimo, che ha sollevato qualche perplessità all’interno della maggioranza da parte di Forza Italia.


Cosa prevede il testo

Il testo prevede, più nel dettaglio, l’esposizione del prezzo medio regionale sulla rete non autostradale e del prezzo medio, su base nazionale, per gli impianti in autostrada. La violazione dell’obbligo di comunicare i prezzi praticati, o dell’obbligo di adeguare i cartelloni di pubblicizzazione dei medesimi, è sanzionata con l’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 2.000 euro. Per l’ipotesi di recidiva è prevista, dopo la quarta violazione, anche non consecutiva, nell’arco di sessanta giorni, la sanzione della sospensione dell’attività per un periodo da uno a trenta giorni. L’accertamento delle violazioni è effettuato dalla Guardia di finanza. Prevista anche una applicazione informatica, fruibile per mezzo di dispositivi portatili, per la consultazione dei prezzi.

Vengono, inoltre, rafforzati gli strumenti a disposizione del Garante per la sorveglianza dei prezzi, il cosiddetto mister Prezzi, per la pronta e approfondita disamina dell’evolversi dei prezzi lungo la filiera dei beni di largo consumo, al fine di individuare con tempestività l’insorgere di fenomeni speculativi, non giustificati dalla sola dinamica inflazionistica. Il Garante dovrà predisporre una relazione trimestrale sull’andamento dei prezzi medi. Per l’attività del Garante medesimo vengono stanziati 500 mila euro all’anno, dal 2023 al 2025. E’, poi, ripristinata “l’accisa mobile”, il meccanismo per cui le imposte sulla benzina si riducono in maniera proporzionale all’aumento dei prezzi, grazie ad un maggior gettito dell’Iva. Si reintroduce, infine, il bonus Trasporti, attraverso l’istituzione, nello stato di previsione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di un fondo finalizzato a rilasciare, nei limiti della dotazione del fondo e fino all’esaurimento delle risorse, un buono da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di Trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, ovvero per i servizi trasporto ferroviario nazionale. Il valore del buono è pari al 100 per cento della spesa da sostenere per l’acquisto dell’abbonamento e, comunque, non può superare l’importo di 60 euro. Quanto alla platea dei beneficiari, il buono è attribuibile alle persone fisiche che, nell’anno 2022, hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro.

La posizione delle forze di maggioranza

Nel corso delle dichiarazioni di voto alla Camera le forze di maggioranza si sono schierate compattamente a difesa delle misure. “Abbiamo un debito nei confronti del popolo italiano, che è quello di governare e cambiare il Paese. Il decreto trasparenza va esattamente in questa direzione”, ha commentato Flavio Tosi, deputato di Forza Italia. Con questo decreto “si è scelto di supportare le fasce economicamente più svantaggiate e, allo stesso tempo, di contrastare sul nascere eventuali condotte scorrette e non trasparenti”, gli ha fatto eco Gianluca Caramanna, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo a Montecitorio, intervenendo sulla fiducia al decreto legge. Per il deputato della Lega, Luca Toccalini, “mentre in commissione e in Aula i cari colleghi dell’opposizione, si sono posti come paladini della difesa dei benzinai, a Strasburgo hanno sancito la loro fine con il voto che prevede lo stop dei veicoli a motore termico alimentati da benzina e diesel dal 2035. Che ipocrisia”.

Le opposizioni 

Netta invece la contrarietà delle opposizioni nel corso del voto di fiducia alla Camera. “Chiedete scusa al Parlamento che avete preso in giro fingendo su questo decreto una volontà di coinvolgimento che non c’è stata. Chiedete scusa ai cittadini a cui avete fatto pagare dieci euro in più a pieno. Chiedete scusa a quei cittadini che pagheranno di più, tra qualche mese, probabilmente il pane, la pizza, il latte. Chiedete scusa ai benzinai che avete trattato a pesci in faccia”, ha detto la deputata pentastellata Chiara Appendino. Per Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in commissione Attività produttive a Montecitorio, il prezzo dei carburanti a gennaio “è aumentato esclusivamente per scelta del governo Meloni che ha deciso di interrompere gli sconti sulle accise il 31 dicembre scorso. Una scelta legittima, che ha però avuto un effetto diretto nelle tasche degli italiani”. Il deputato di Azione-Italia viva, Fabrizio Benzoni, ha definito il decreto “un provvedimento di propaganda”.

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