“Le opere del Pnrr previste nei Comuni sono tutte realizzabili nei tempi se si semplificano le procedure. Se non si semplifica, diventano tutte irrealizzabili”. Appena sceso dal palco dove ha chiuso la 39esima assemblea nazionale dell’Anci, il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, ha l’aria soddisfatta e preoccupata allo stesso tempo. Soddisfatta per aver vissuto una delle edizioni più affollate nella storia delle assemblee dei sindaci. Preoccupata perché la sfida vera del Pnrr per i Comuni inizia ora, con la stragrande maggioranza dei bandi da chiudere nel 2023. Molti osservatori temono che gli enti locali non possano farcela perché poveri di competenze e personale: “Ma noi – spiega Decaro al “Sole 24 Ore” – avevamo preso l’impegno a presentare i progetti e farci assegnare le risorse entro giugno, e così è stato anche se gli organici sono all’osso e solo ora comincia ad arrivare il nuovo personale. Anzi, i progetti che abbiamo messo sul tavolo superano le risorse a disposizione”. “Qualche anno fa – racconta il presidente – un governo aveva provato a togliere fondi ai Comuni per il piano sulle periferie, ed è poi dovuto tornare sui propri passi per l’onda di proteste nelle città. Perché ripensare il Pnrr dei Comuni significa dover dire ai cittadini che non ci sarà quell’asilo nido in più o quella riqualificazione urbana che era stata promessa. Poi ci sono anche i vincoli giuridici, i bandi presentati, gli espropri già avviati. Non si può certo tornare indietro. Ora però dobbiamo essere aiutati nell’attuazione. La prima emergenza è l’aumento dei costi, e i segnali non sono buoni”.
“L’iter per l’assegnazione delle risorse è stato complicato moltissimo rispetto ai meccanismi automatici di quest’anno. Servirà un doppio passaggio autorizzativo al Mef, con il rischio di allungare i tempi. Senza i fondi non si possono far partire i bandi, con il risultato che una norma pensata per spingere gli investimenti rischia di creare nuovi ritardi. Si dice che per il Pnrr bisogna correre. Vero: ma allora devono correre tutti, altrimenti si lasciano i sindaci con il cerino in mano”. “Da tutto il governo – osserva infine Decaro – arrivano il riconoscimento della centralità dei Comuni e segnali di grande disponibilità al confronto. Il ministro dell’Istruzione Valditara si è seduto con noi al tavolo e ha rivisto le scadenze su asili nido e scuole materne, diventate impossibili perché il ministero ha impiegato tre mesi per definire accordi pieni di obblighi e sanzioni mentre noi in quattro mesi avremmo dovuto aggiudicare i lavori. Ora la semplificazione va generalizzata”.
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