Regioni e Stato hanno trovato un accordo unanime sulla distribuzione dei tre vaccini oggi disponibili. E’ quanto emerso dall’incontro tra il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, i presidenti delle Regioni, il titolare della Salute, Roberto Speranza, ed il commissario straordinario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. C’è stata la massima unità delle Regioni che rispondono positivamente alla richiesta del governo. Dalle Regioni è arrivata una proposta unitaria sulla distribuzione della seconda dose della fase 1 sulla percentuale reale degli assistiti delle Regioni (over 80, operatori sanitari e Residenze sanitarie assistenziali), per poi procedere con un riequilibrio sulla popolazione. Sempre a quanto si apprende, dalle Regioni sono state poi chieste, dopo l’accordo sulla distribuzione dei vaccini, informazioni ed approfondimenti sulle indicazioni dell’Aifa legate al vaccino AstraZeneca, sulle eventuali valutazioni sul vaccino russo, sul coinvolgimento in corso dei medici di medicina generale per l’accordo quadro con le associazioni di categoria es sull’ipotesi di un impegno comune per una eventuale produzione del vaccino italiano.
La campagna di vaccinazione resti fuori da crisi e da contese politiche. È la cosa più importante per tutto il Paese, ha detto il ministro della Salute annunciando anche che i vaccini sono essenziali, ma ci sono anche altre opzioni in valutazione e stiamo accelerando sugli anticorpi monoclonali. “Sul vaccino russo”, ha continuato Speranza, “non dobbiamo avere timori delle origini: quello che per noi è importante è il passaggio dell’Ema. L’Unione europea è stata sollecitata alla valutazione scientifica sul vaccino russo e di altri Paesi”. A proposito di AstraZeneca, “il tetto anagrafico potrebbe essere superato in futuro dopo ulteriori valutazioni scientifiche” ha aggiunto ancora.
Il ministro Boccia ha dichiarato che “la crisi in atto e le soluzioni che stanno avanzando non devono in nessun modo pregiudicare il lavoro svolto finora di collaborazione e unità istituzionale. Stiamo stati insieme al centro di una sfida epocale. Le scelte che abbiamo fatto hanno permesso di tenere il virus sotto controllo senza chiudere il Paese. L’Italia non si è fermata e potrà ripartire forse anche più competitiva”. L’unità e la collaborazione istituzionale, pur con momenti di confronto serrato – ha continuato Boccia -, sono alla base di questi risultati e non vanno in nessun modo sacrificati. Il Paese ne ha ancora assoluto bisogno fino all’uscita dall’emergenza Covid”.
Intanto, sono 13.189 i nuovi casi di Covid per un totale di 2.583.790 dall’inizio dell’epidemia. Secondo quanto riferisce l’ultimo bollettino del ministero della Salute, sono 79.307 i tamponi processati, con il rapporto test-positivi al 4,7 per cento. A livello territoriale, le Regioni con il maggior numero di contagi sono la Lombardia (1.738), la Campania (1.539), e il Lazio (1.164). Sono invece, 2.166.053 i vaccinati nel nostro Paese alle 14 di ieri.