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Da Expo alle Olimpiadi del 2026: opportunità e rischi per Milano

"Dobbiamo essere bravi a non perdere gli equilibri sociali e ambientali" ha detto Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del comune durante l'incontro "Promuovere la sostenibilità attraverso le grandi opere infrastrutturali"

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Dall’Expo, al Pnrr per arrivare alle olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026: per Milano si sono aperte e si apriranno tante opportunità, ma anche rischi che vanno monitorati, previsti e a cui occorre dare una risposta. Rischi che vanno dalla trasformazione della città in un luogo per turisti, una sorta di museo a cielo aperto, all’espulsione dei giovani e del ceto medio. È quanto emerso durante l’incontro “Promuovere la sostenibilità attraverso le grandi opere infrastrutturali, dall’Expo alle Olimpiadi 2026” alla Libreria Egea di Milano. Il rischio di perdere certe fasce e il mix sociale che ha fatto la ricchezza di questa città “è l’altra faccia della medaglia del successo di Milano. Il grande interesse degli investitori stranieri porta a questo tipo di dinamiche, dobbiamo essere bravi a non perdere gli equilibri sociali e ambientali” ha detto Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano sottolineando che “il punto di equilibrio è quello che fa di un progetto un progetto di rigenerazione urbana”o. Altro tema importante di Milano “è cogliere la trasformazione virtuosa che non è ancora stata completata, quella da città industriale a città di servizi. Ci sono le condizioni per completare questo processo di trasformazione e questo vuol dire ambire a cambiare pelle alla periferia”, ha poi spiegato l’assessore. L’assessore ha poi ricordato quanto Expo abbia cambiato la città, il flusso di turisti che ha portato da tutto il mondo, la “Milano place to be”.

“Expo ha dato un momento di grande visibilità che ci ha portato turismo internazionale – ha ricordato – ma bisogna fare attenzione perché una città turistica può generare dinamiche che bisogna saper gestire, alcune città italiane sono diventate città museo. Milano ha un dna diverso e si trova nella capacità di gestire una situazione internazionale con la sua anima, che è di imprenditori e di economia. Il tessuto commerciale di Milano si sta trasformando, sono temi che dobbiamo affrontare con la giusta attenzione” perché bisogna fare attenzione a tutti, non dimenticare nessuno, “ma bisogna prestare particolare attenzione ai giovani. Lavoriamo a una città che possa accogliere chiunque voglia venire a lavorare e studiare a Milano: se i valori immobiliari sono cresciuti bisogna lavorare per trovare le misure per farla crescere in una direzione ancora più accogliente. Stiamo pensando di rivedere le regole e la visione strategica per dare più possibilità e maggiore impulso all’housing sociale, ha concluso. Infine l’assessore ha accennato al tema del Pnrr: “Il sindaco si è proposto con il governo, per dire che forse a Milano siamo in grado di realizzare e quindi capitalizzare i fondi che arrivano dall’Europa, insomma ha lanciato un messaggio che noi speriamo sia raccolto, perché su Milano, realizzare tutta una serie di infrastrutture può portare a quella dimensione  metropolitana che, a mio modo di vedere,  è parte consistente della soluzione del problema”.

Cesare Ferrero, presidente di Sogemi e autore del libro “Real estate infrastructure, Made in Italy” presentato durante. il convegno ha spiegato che  “siamo un Paese che necessita di valorizzare il suo territorio. La cosa più importante è fare, decidere e fare, perché in Italia ci mettiamo troppo tempo a decidere e, quando prendiamo una decisione, c’è sempre chi pensa di contrastarla. Lo  ha detto  durante l’incontro “Promuovere la sostenibilità attraverso le grandi opere infrastrutturali, dall’Expo alle Olimpiadi 2026” alla Libreria Egea di Milano. “Noi dobbiamo vincere questa cultura del fronte del no che frena questo Paese”, ha proseguito sottolineando che bisogna fare le cose giuste nel posto giusto essendo le cose che realizziamo inamovibili e durature”.Un concetto, quello del rischio della desertificazione della classe media, che è stato ripreso anche da Regina De Albertis, presidente di Assimprendil Ance. La città “rischia di diventare inaccessibile anche per la classe media. Occorre ragionare in un’ottica di città metropolitana allargata, ragionare su un sistema infrastrutturale e di servizi che possa includere determinati ambiti, ma queste considerazioni vanno fatte in tempi brevi o la crescita rischia di non essere più sostenibile e di perdere quello che rende viva la città”.

“Nel nostro territorio – ha evidenziato – la gran parte delle risorse stanziate dal Pnrr, 10 miliardi, sono già state territorializzate. Il Pnrr è una grandissima opportunità per far tante cose, ma anche per cambiare le regole del gioco, speriamo il codice degli appalti riesca in questo obiettivo”. “Su Milano bisogna ragionare per trasformare quello che non va, è una città super attrattiva ma c’è un problema di inclusività”, ha proseguito e riferendosi ai costi del mercato immobiliare ha ricordato che “oggi costruire costa il 30 per cento in più al metro quadro”. De Albertis ha poi spiegato che occorre  trovare le  condizioni per sostenere i giovani e i  lavoratori altrimenti “rischia di diventare inaccessibile anche per la classe media.  Occorre ragionare in un’ottica di città metropolitana allargata, ragionare su un sistema infrastrutturale e di servizi che possa includere determinati ambiti, ma queste considerazioni vanno fatte in tempi brevi o la crescita rischia di non essere più sostenibile e di perdere quello che rende viva la città”. Un altro tema rimarcato da De Albertis, è stato quello della sostenibilità: “La transizione ecologica non può essere a costo zero per lo stato, il superbonus era strutturato male, ma la logica di fondo era corretta, per riuscire a mettere a terra qualcosa, sistemi di questo genere devono essere messi in piedi con una logica di lungo periodo che deve consentire alle  persone di organizzarsi. Quello che è stato sbagliato  è cambiare le regole dall’oggi al domani, non può non essere rispettato un patto tra Stato e cittadini”.

Per quanto riguarda le opere infrastrutturali di Milano Cortina 2026, Veronica Vecchi, professoressa di Public Management in SDA Bocconi e presidente della Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, a margine dell’evento, ha ricordato che “il piano degli investimenti è di circa tre miliardi di euro, in questi giorni è in corso di ridefinizione il cronoprogramma, ci sono degli investimenti che sono funzionali alla realizzazione dell’evento sportivo che avranno la priorità perché dovranno essere realizzati nel rispetto dei tempi e, sulla base dei cronoprogrammi, riteniamo che riusciremo a rispettare questi tempi. Per quanto riguarda, invece, gli investimenti infrastrutturali stradali, che rappresentano la legacy delle Olimpiadi sono tutti progetti che sono stati promessi ai territori, le Olimpiadi rappresentano un acceleratore”.

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