Milano sotto le feste è illuminata a giorno. Le luci di natale inondano le strade, la gente si affretta per fare gli ultimi acquisti prima dell’ultimo dell’anno. Ma qualcuno resta fermo, immobile, lontano dalle luci. Sono le migliaia di poveri e senzatetto che affollano il capoluogo lombardo, chi non arriva alla fine del mese e chi proprio lo stipendio o la pensione non li ha. Perché con la crisi energetica e l’inflazione galoppante le spese sono aumentate vertiginosamente, ma gli stipendi sono rimasti gli stessi, creando nuove situazioni di disagio e acuendone altre.
Secondo i dati Istat relativi al 2021, in Italia ci sono 5,6 milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta, 1,4 milioni di queste sono minorenni. Al Nord sono il 6,7 per cento, un dato in calo se paragonato al 7,6 del 2020, ma comunque elevato. “Rispetto al 2021, il 2022 ha visto un aumento del 10 per cento di persone che cercano il nostro aiuto” spiega a Nova il consigliere di Pane Quotidiano Luigi Rossi. Pane Quotidiano è una onlus composta da circa 140 volontari che da più di cento anni distribuisce gratuitamente razioni di cibo ai più bisognosi.
“Erano un milione e 100 mila nel 2021, ora abbiamo raggiunto il milione e 250 mila. Il record storico lo abbiamo raggiunto sabato 29 ottobre, dove nei nostri due centri di Milano sono venute circa 4600 persone” prosegue Rossi. Un altro picco lo hanno fatto registrare la Vigilia e il giorno di Natale, con un afflusso di 3400 persone, un aumento “dovuto anche alla guerra, vengono anche profughi ucraini”. Il 65 per cento di chi chiede aiuto a realtà come Pane Quotidiano è cittadino extracomunitario, ma il restante 35 per cento è composto da italiani “anziani che sono la fascia più debole. Per fortuna si vedono poche famiglie”. Nelle razioni distribuite da Pane Quotidiano c’è tutto il necessario per soddisfare le esigenze per pranzo e cena: pane, pasta, sugo, un litro di latte, due yogurt, frutta e verdura, a volte anche salumi e dolci.
“Orientativamente si va dai 18 ai 22 euro. L’utente che viene da noi può risparmiare anche 12 euro al giorno, su un mese sono 360. A volte si risparmia il 50 per cento del proprio reddito. È un impatto forte” sottolinea Rossi. Perché anche se un pensionato – la fascia più deboli sono gli anziani – guadagna anche mille euro al mese e ha un appartamento di proprietà, togliendo spese condominiali, medicine e il costo sempre più alto delle utenze, quello che gli rimane a fine mese è poco e vivere diventa “difficile, molto difficile”. “E consideriamo l’eventualità che non si verifichi alcun imprevisto, perché in quel caso si trasforma in problema. Per quelli con la pensione minima ad esempio la nostra onlus diventa la vita, perché significa ‘mangio'”, precisa Rossi.
Pane Quotidiano non è l’unica realtà presente a Milano che si occupa di dare assistenza ai più bisognosi. “Al pranzo di Natale che abbiamo organizzato nelle nostre 11 sedi c’erano 1100 persone” afferma Stefano Pasta della Comunità Sant’Egidio. Molte sono famiglie delle periferie, della zona Corvetto, dove la Comunità è più presente, ma anche studenti dei loro centri, senza dimora che sono stati tolti dalla strada, famiglie rom che vivevano in baracche, profughi afghani, siriani e sudanesi giunti con corridoi umanitari che Sant’Egidio organizza dal 2016. E tanti anziani. “A servirli c’erano 450 volontari, persone che fanno parte della Comunità o altri che ci hanno contattato per aiutare i più deboli della città” prosegue Pasta. Un lavoro impegnativo con lo scopo di costruire una rete di sostegno per i più deboli. “Dal 2019 al 2022 – spiega poi Pasta – le situazioni di disagio dei soggetti che si rivolgono a noi sono aumentate. Tra il 2020 e il 2021 abbiamo dato moltissimi pacchi alimentari perché le mense erano chiuse”. Anche la Comunità ha confermato il dato di Pane Quotidiano: dal 2019 al 2022 le situazioni di disagio sono aumentate. Perché i poveri non sono una categoria ma sono persone con le proprie storie, tutte diverse. “Si stabiliscono relazioni personali che spesso diventano la chiave di volta per ribaltare situazioni che molto spesso sembrano impossibili da superare” termina. “Nei primi tre trimestri del 2022 con il programma Agea abbiamo distribuito quasi 1.500 tonnellate di derrate alimentari. Numeri che confermano l’emergenza che ha colpito le fasce più vulnerabili della popolazione negli ultimi anni a causa della pandemia, della crisi energetica e dell’inflazione” sottolinea poi Niccolò Ventrice, delegato all’Inclusione sociale della Croce Rossa di Milano. Anche la Croce Rossa Italiana è impegnata nell’aiuto ai più deboli con due programmi: Agea, che ogni mese distribuisce razioni alimentari a 44 organizzazioni e associazioni che raggiungono poi più di 40mila persone; e “Cri4Kids”, un progetto nato per il supporto alle famiglie con figli piccoli e in difficoltà economica. “Cri4Kids” raggiunge oltre 50 famiglie in condizioni di forte fragilità, per un totale di 70 bambini di età inferiore ai due anni. Gli vengono forniti non solo beni di prima necessità, ma anche pannolini, creme, tutti beni costosi per una famiglia già in difficoltà. Un progetto di piccole dimensioni, ma dall’impatto molto grande. A preoccupare è però il 2023. “I dati dell’ultimo trimestre sono in crescita e ci preoccupano per le difficoltà che dovremo affrontare” afferma Ventrice. Della stessa opinione è Luigi Rossi che prevede un anno “un po’ in salita”. A preoccupare è l’inflazione: “L’ultimo trimestre non ha fatto ben presagire per il prossimo anno, poi vediamo cosa succede. A giugno dovrebbe bloccarsi l’inflazione, vediamo se l’aumento dei tassi sortirà degli effetti” conclude in consigliere di Pane Quotidiano.
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