“Non dobbiamo temere le ricombinazioni dei virus appartenenti a sottovarianti dello stesso ceppo, come è il caso di quella denominata Xe”. Lo afferma, in un’intervista al “Corriere della Sera”, il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, secondo cui le vere minacce potrebbero arrivare “da nuove varianti che hanno acquisito mutazioni diverse da quelle conosciute, replicandosi in individui con il sistema immunitario indebolito, come i pazienti immunodepressi. Infettandosi, queste persone ospitano per mesi il virus nel loro organismo non riuscendo a debellarlo. E’ in queste condizioni che il Sars-CoV-2 può cambiare e costituire una nuova insidia”. Per Palù, gli allarmi sulle ricombinazioni “vanno tenuti sotto controllo, ma senza troppi patemi d’animo. Sono scambi genetici di due virus delle sotto-varianti di Omicron, BA1 e BA2, che infettano la stessa cellula e si scambiano pezzetti di geni fino a creare un nuovo virus, non pericoloso in quanto riconosciuto dal nostro sistema immunitario. Segnalo che la ricombinazione avviene in soggetti sani, magari già vaccinati. E che i virus ricombinanti sono identici per il 99 per cento alla variante Omicron in circolazione, che ha un indice di contagiosità altissimo, pari a quello del virus del morbillo”.
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