“In Italia al 22 giugno scorso, in base alle segnalazioni pervenute al Sistema di sorveglianza integrata Covid-19, la prevalenza della cosiddetta ‘variante Delta’ (B.1.167.2) aveva una prevalenza pari al 22,7 per cento ed è stata identificata in 16 Regioni/Pa, con un range tra lo 0 e il 70,6 per cento. Dall’indagine si evince che la variante Delta (B.1.167.2) è in aumento”. E’ quanto si legge nella circolare diramata del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. L’allentamento delle misure di controllo nelle ultime settimane “ha generato un aumento della mobilità delle persone a livello nazionale e internazionale, portando a un aumento delle interazioni sociali della popolazione. Nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante”, rimarca per poi raccomandare “al fine di contenerne ed attenuarne l’impatto” di “mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di Sars-CoV-2 per individuare precocemente e controllare l’evoluzione di varianti genetiche nel nostro Paese”.
La circolare dunque raccomanda di “continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus Sars-CoV-2; rafforzare le attività di tracciamento dei casi e dei contatti di caso; applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le previste misure di contenimento della trasmissione, che le misure di isolamento e quarantena in caso di Voc Delta sospetta o confermata, per le quali si rimanda alla Circolare n. 22746 del 21/05/2021; applicare le indicazioni della circolare del ministero della Salute n. 3787 del 31/01/2021, sequenziando prioritariamente i campioni provenienti da: soggetti vaccinati contro Sars-CoV-2 che successivamente si infettano nonostante lo sviluppo di una risposta immunitaria al vaccino; da soggetti in contesti ad alto rischio, quali ospedali nei quali vengono ricoverati pazienti immunocompromessi positivi a Sars-CoV-2 per lunghi periodi; da casi di reinfezione; da soggetti in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti Sars-CoV-2; in caso di aumento dell’incidenza o cambiamento nella trasmissibilità e/o virulenza dell’infezione in un’area; da soggetti appartenenti a cluster per valutare la catena di trasmissione e/o l’efficacia di strategie di contenimento dell’infezione; garantire strategie vaccinali che tengano conto della possibile minore protezione contro le infezioni da variante Delta dopo una sola dose di vaccino, dell’efficacia sostenuta della vaccinazione completa e della necessità di effettuare una vaccinazione completa contro Covid-19 il prima possibile, se è disponibile, negli individui a rischio di grave infezione”.
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