La Central Intelligence Agency (Cia) avrebbe offerto denaro a funzionari e analisti per insabbiare l’esito delle indagini in merito all’origine della pandemia di Covid-19, che avevano riscontrato come causa più probabile della crisi sanitaria globale la fuga di un virus da un laboratorio a Wuhan, in Cina. E’ quanto sostenuto da un “funzionario di alto livello” dell’agenzia investigativa statunitense al presidente della sottocommissione della Camera che indaga sulla pandemia, Brad Wensturp, e al presidente della commissione ristretta dell’Intelligence alla Camera, Mike Turner.
Secondo le rivelazioni, condivise dai due deputati repubblicani, che le descrivono come “apparentemente credibili”, la maggior parte degli analisti della Cia aveva concluso nel corso delle indagini che la pandemia di Covid-19 avesse avuto origine nel famigerato laboratorio di bioingegneria di Wuhan, ma “sei (esperti) su sette” hanno cambiato la loro posizione ufficiale dopo aver ricevuto un apposito “incentivo economico” dall’agenzia. Il settimo membro del gruppo di indagine era l’unico a ritenere dall’inizio che la pandemia avesse avuto origine da uno spontaneo “balzo di specie”, come generalmente ritenuto all’inizio dell’emergenza pandemica.
I due deputati hanno già rivolto una richiesta di accesso a tutti gli atti della Squadra di indagine sul Covid della Cia. Come ricorda la stampa Usa, le agenzie di intelligence e investigazione federale statunitensi hanno sostenuto per mesi pareri discordanti in merito all’origine della pandemia, dopo aver ricevuto dall’amministrazione del presidente Joe Biden in compito di chiarire le cause della crisi sanitaria mondiale: alcune, come il Federal Bureau of Investigation (Fbi), hanno sostenuto pubblicamente che gli indizi puntassero alla fuga di un virus da un laboratorio; altre, come la Cia, hanno invece continuato a sostenere l’ipotesi di una pandemia originata in natura.
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